Massimo Zamboni ha dato ufficialmente il via al tour ‘Onda improvvisa di calore’ presso lo Spin Time Labs di Roma.
Non poteva scegliere luogo migliore per certificare di essere ancora fedele alla linea; difatti lo Spin time labs è un cantiere di rigenerazione urbana, un ex sede dell’Inpdap occupata nel 2013 .
Oggi oltre ad offrire riparo a 180 famiglie è un punto di aggregazione, grazie al centro polivalente, ad una sala concerti, un auditorium ed ai numerosi corsi organizzati.
Spetta ai Roseluxx l’onore dell’apertura, band attiva dal 2012 che raccoglie l’eredità della musica storica dell’avanguardia romana.
Una sperimentazione elettroacustica, ricca di destrutturazioni e di istanze elettroniche.
Testi penetranti e feroci di verità catapultano l’ascoltatore in una dimensione teatrale, un buon riscaldamento per le numerose orecchie accorse per il live di Zamboni.
Un artista che di certo non necessita di presentazione alcuna e che compare sul palco con un’umiltà degna di lode.
Vengono eseguite vecchie glorie dei CCCP e dei CSI, inutile dire che la stragrande maggioranza del pubblico si aspettava ed attendeva un’immersione nostalgica, il cantautore lo sa e non si nega nell’accontentarli.
Un concerto di due ore dove poco spazio è lasciato alle chiacchiere e dove solo alla musica viene concessa parola; è così che brani come ‘Morire’, ‘Annarella’ e ‘Dal mondo’ prendono vita.
Poco spazio viene concesso anche alle nuove tracce dell’ultimo disco, scelta interessante ma sicuramente vincente, adatta a sfamare fans ancora fedelmente emozionati nell’intonare ‘Tifiamo rivolta’.
Ha ragione Zamboni nel definire la location ed i partecipanti come una grande bellezza ed è ben disposto a tornare per due volte sul palco, prima con sonorità più rockeggianti ed infine un congedo poetico pasoliniano eseguito in acustico con il brano ‘Irata’.
Più che un live una vera e propria immersione nei flutti degli anni di un compositore che armato della sua chitarra sa raccontare ed illuminare abissi senza tempo.
Prima di lasciarvi alle splendide foto di Davide, qui la commovente review di G. Igafo di “Sonata a Kreuzberg”
di Federica Romani foto Davide Canali