Poco più in là del centro di Firenze mi sembra di ritrovare la controra lucana: il beatamente nulla interrotto da qualche pallone sui muri. Giornata buona per la mia ripresa dal sabato sera in capitale.
Dopo dieci anni ritrovo sul palco il maestro Antonio de la Cuesta al secolo Tonino Carotone, unico a poter mettere nel calderone della musica diversi generi e sfumature senza perdere personalità.
In un momento italiano dove i testi somigliano spesso alle riflessioni adolescenziali che si trovavano sul giornaletto anni 80barra90 “Cioè” : specchi perfetti di una societa che non ha neanche il fascino della decadenza e buoni solo per giornalisti, città dell’india e funghi messicani. Il motto di Tonino Carotone “è un mondo difficile” cosi detto a cazzo tra una nota e un’ altra e porta speranza.
Inizia il concerto con il suo sigaro e si viaggia tra rumba, folk e mille altri generi che non so decifrare, sembra una grande festa ma i testi lasciano riflessioni e non cadono mai nella banalità di essere fini a se stessi.
Grazie Maestro per questo concerto e per il tuo “grande cuore”.