I The Doormen sono in quattro e vengono da Ravenna.
Si dice dei Doormen che dal post-punk degli albori con riferimenti wave molto inglesi, gradualmente si sono avvicinati a un rock d’autore erede della tradizione americana.
Una carriera attiva dal 2009 che li ha visti aprire concerti per artisti come Subsonica, Ash, The Vaselines, Ministri, Blood Red Shoes, Art Brut, Mark Moriss (The Bluetones) e Tre Allegri Ragazzi Morti.
Nel 2015 esce Abstract [RA] terzo album che rappresenta un’ulteriore evoluzione rispetto agli album precedenti, The Doormen e Black Clouds, aprendosi alla psichedelia ed a suoni più ricercati e compiendo, così, una piccola rivoluzione.
Oggi, nel 2017 li abbiamo ritrovati in formazione acustica al Lestofante di Bologna, un posto dal respiro differente, senza enfasi ma con molta sostanza.
In trio per l’occasione, composto da Luca Malatesta aka Mala alla chitarra, Vins Baruzzi alla voce e Tommaso Ciuoffo al basso.
Una performance che ha confermato come si tratti di una delle più autentiche e valide realtà underground in circolazione.
Il locale stracolmo fin sotto il portico, le note che come lance trafiggevano le prime scalmanate fila a creare un look così da clubbino vicino ad un sottovaso qualunque come non si vede da tanto tempo.
Tra la sognante e ruvida “It Could Be You”, l’ossessività dei riff che cavalca il tappeto etereo del bridge ed “Inside my orbit” è difficile scegliere.
“Through my Bones” è espressione del miglior mix tra la tradizione alternative rock italiana e il cadere all’indietro tipico dell’oltremanica.
Il finale è un flusso vitale, Mala fugge via dal locale, chitarra in mano e si lancia in una Wonderwall a squarciagola, seguito in coro da un centinaio di presenti.
Ricomposti e whiskey in mano abbiamo modo di fare quattro chiacchiere.
I The Doormen sono al lavoro sul nuovo album che dovrebbe vedere la luce subito dopo l’estate 2018.
Nessun dettaglio su nuove sonorità è stato svelato.
Tuttavia hanno ribadito la voglia di lavorare con i tempi e i modi giusti, per evitare di essere semplicemente money machine.
Se sono sopravvissuti alla scena indie, e si augurano (e noi con loro) a quella romana, ci sarà un motivo, ed è la veridicità delle loro intenzioni e del loro sentire.
Abbiamo analizzato cosa resta della linea tracciata negli anni ’90 dai gruppi targati parka e Adidas, e probabilmente è molto più di quello che oggi si vede, visto che a cantare il muro delle meraviglie c’erano ragazzi nati mentre eravamo già alle medie.
E la ragione risiede nella cura, nella sensibilità e nell’essere spavaldi mostrando il cuore aperto e le proprie fragilità.
Stavano quasi per svelarci una tappa di questo mini tour che in realtà è un tappone dolomitico, ma ci hanno vietato di divulgarla.
Possiamo solo dirvi che, probabilmente, sarà ancora nella città felsinea.
In conclusione, non ci siamo risparmiati due battute sul nuovo disco di Liam Gallagher e il singolo di Noel.
“Oh Lu, ma Liam?”
“Bomba, l’ho già imparato, a me piace quello stronzo. Ma Fra, Noel?”
Sguardo d’intesa.
Citazione della Corazzata Potemkin.