Review

E shoegaze sia…[8] Blessed Child Opera e 17 Years Old and Berlin wall

E ci risiamo su queste stesse frequenze per un’altra bella stagione piena di cose interessanti. Ora, sarà come dite, ma siamo ad Ottobre e l’autunno incipiente mi suggerisce cose dal mood in tinta coi colori. Io vi offro su un piatto d’argento questo disco e voi siatene pronti a riceverne le vibrazioni.

Blessed Child Opera
Love Songs / Complications
Seahorse Recordings / Audioglobe

Per ascoltare questo lavoro, ci ho messo un sacco di tempo e nonostante tutto non l’ho ancora digerito come si deve tanta è la mole di musica proposta. I Blessed Child Opera, creati, nutriti e portati avanti da Paolo Messere, ci offrono non uno, ma due album, anzi direi un unico lavoro diviso in due tempi o due aspetti, come più vi aggrada.

Blessed Child Opera

Love Songs/Complications è fin dal titolo doppio, musica di cuore, di spirito e sentimento, ma sempre filtrati dall’oscura ottica di Paolo: folk nebbioso, oscuro e angosciante. Ballate vitree e notturne che si sfamano della nostra tensione mentre Force Myself affonda il suo “pungiglione di seta” nel nostro cuore.

Torpore, il secondo momento, vive di un mood molto new wave e di atmosfere languide che sembrano sempre esplodere per poi restare sul bordo per più di cinque minuti di nenia malata.

C’è di tutto in questo nuovo lavoro dei Blessed. L’acustico si alterna con episodi più energici, quasi a voler definire una sorta di consuntivo di questi 18 anni di musica nei quali il nostro hanno attraversato le lande del folk più desolante alla Smog e Red House Painters, passando per l’orrore della solitudine di Drakeiana memoria fino alla new wave e giù nel dark nel senso più viscerale del termine.

Boat Sunk Years Ago, dà sprazzi di speranza come la luce dell’alba, ma è solo un attimo perchè Borderline of Collapse, rifacimento dell’omonimo brano presente nel primo disco dei Blessed, riporta tutti su una barca di un mare tempestoso o sul ciglio di un burrone, sebbene sia, rispetto all’originale del 2000, lievemente più rilassata.

Ventitre brani sono tantissimi e mi sembra di trovarmi in un caleidoscopio di luci e suoni senza nessun punto di riferimento. Wandering in the street, col suo incedere misterico non mi aiuta. E su tutto, su ogni brano, la voce di Paolo, che malinconicamente segna il tempo e conta i passi. Conclusioni: per fare vostro Love Songs/Complications dovete ragionare in modo avverso al sistema; armatevi di pazienza e amore, mettete il cd nel lettore, premete play e abbandonatevi per tutta la durata, senza pause e senza timore di specchiarvi in un mare nero, lugubre, ma prodigo di perle preziose.

17 Years Old and Berlin wall

E dai Blessed Child Opera passiamo senza pause a qualcosa di più colorato e prettamente shoegaze. I miei amati 17 Years Old and Berlin wall dal Giappone, fautori di melodie scintillanti e mega pop, hanno dato alle stampe da pochissimo un ep di sei tracce, Object, di cui presto vi parlerò. Intanto guardiamoci il primo singolo estratto con relativo video Declaration Ceremony

 

di Dario Torre