Review

|Review| Depeche Mode, Ultra (1997) |Pillole Musicali in 8 Bit|

Nono album per i Depeche Mode, il primo senza Alan Wilder, il 1997 è considerato l’anno della rinascita del gruppo, e non solo. 

Ultra – Dave Gahan, dopo aver tentato il suicidio negli States nel 1995, nell’anno seguente è stato dichiarato morto per 3 minuti dai suoi soccorritori per colpa di una overdose da speedball (sempre negliStates, precisamente sempre in California, stato più rigido della signorina Rottermayer). La nuova esistenza lo pone di fronte ad una scelta da fare: dire stop alle droghe o essere espulso dagli Stati Uniti.

La disintossicazione funziona e Gahan torna più forte che mai, anche se il disco risulta veramente dark. I testi di Gore e le vicissitudini passate recentemente culminano nella definitiva maturazione musicale della band, poliedrica mescolanza di stili che dimostra quanto di straordinario fatto sinora da questo gruppo. Banale da dire ma invecchiando migliorano.

Come anticipato la band non vive uno dei suoi miglior periodi: Wilder ha mollato; Gahan è resuscitato; Fletcher è depresso. All’appello manca Martin Gore che, autore di tutte le canzoni, da buon leader qual’è ha preso in pugno la situazione e ha portato gli altri due membri a registrare.

Barrel of a Gun è la canzone d’apertura ed il primo singolo estratto dall’album, con un sound molto industriale pesante correlato ad un videoclip cupo, girato in Marocco, che ci mostra un Dave Gahan che gira per un locale come un’anima in pena, il tutto mentre Fletcher e Gore se la dormono beati (alcuni hanno voluto interpretare questo video come una sorta di tributo allo stato di morte apparente del cantante, cosa peraltro non confermata da nessuna fonte ufficiale).

La canzone forse più rappresentativa dell’album però è Home perché vede il ritorno al microfono di Martin Gore (ultima performance in One Caress) ed è una ballata molto toccante che mi ha fatto scoprire i Depeche Mode in tenera età e mi permetteva di fare il figo con i compagni di scuola che ascoltavano 883 o altri gruppi scrausi. La tristezza, trasmessa non solo dalla canzone, sta nel fatto che ho sempre pensato che, nel videoclip, il tipo che gira per le case – e va a visitare le famiglie consolandole – fosse un fantasma di un familiare o un caro morto da poco tempo, ma sono stato smentito… a quanto pare è un Alieno (ho interpretato per 15 anni un video a cazzo).

Altri singoli di gran spessore presenti in questo lavoro sono It’s No Good e Useless entrambi i videoclip sono stati diretti da Anton Corbjn (così come per Barrel of a Gun), mentre per quanto riguarda la copertina del singolo di Home, l’artwork è stato disegnato dalla figlia di Corbjn.

Il Lyric video che abbiamo scelto di affiancare a “Home” è Bio Evil 4

 

di Pillole Musicali in 8 Bit