Review

|Review| The Bluebeaters presentano Shock! e ci fanno ancora ballare

È uscito il 9 ottobre per Garrincha Dischi e per la prima volta nella storia della band è interamente in italiano.

The Bluebeaters vogliono stupire e ci riescono in pieno con Shock!, il loro nuovo album di inediti: 12 brani per 42 minuti di musica, preferibilmente suonata insieme ad amici vecchi e nuovi, per fare ballare vecchi e nuovi fan.

Sono venticinque anni, del resto, che The Bluebeaters ci fanno scatenare e ancora una volta confermano di essere una band di grande valore, dotata di una complessità musicale notevole e della voglia di rinnovarsi e innovare il proprio stile.

 Ed è così che nascono brani come La relatività, singolo e apertura dell’album, composto insieme a Carota de Lo Stato Sociale e CIMINI, o Mamma perdonami, di cui è co-autore COEZ, che sentiamo anche duettare.

All’ascolto, Shock! è un lavoro fresco e entusiasmante, i brani seguono uno dopo l’altro in un flow  gradevole e coinvolgente. Le collaborazioni che compongono il disco, poi, restituiscono un’esperienza simile a quella di aprire un pacco pieno di sorprese.

Per chi come me è cresciuto negli anni Novanta, lo possiamo definire “effetto Super Pasqualone”: se mi capite sono certa che vi fionderete subito ad ascoltarlo.  

Quando siete felici fateci caso“, cantano in Ancora un giorno, featuring Willie Peyote,  brano che ha anticipato il disco già nel 2019 ed è stato scelto come colonna sonora dell’omonimo e pluripremiato film di Raúl de la Fuente e Damian Nenow.

Il disco, registrato e mixato da Nicola “Hyppo” Roda e Matteo Costa Romagnoli presso il Donkey Studio di Medicina, apre sicuramente una fase nuova per The Bluebeaters, nati nel 1993 con  l’idea di formare una one night band che si sarebbe dovuta esibire una sola volta, all’Hiroshima Mon Amour di Torino, e invece ancora qui, grintosi e fiammanti più che mai.

Del resto, dall’incontro tra Casino Royale, Africa Unite e i Fratelli di Soledad non potevamo aspettarci nulla di meno di un concentrato di stile e qualità.

di Veronica Boggini