Domenica 7 marzo ho avuto la possibilità di seguire in diretta streaming l’esibizione live di SPZ, giovane artista romano king del bedroom pop italiano con una spruzzatina di 70’s vibes (che non guastano mai), per un risultato finale godurioso.
Il live promozionale di SPZ mirava alla presentazione del nuovo EP, dal titolo Noi/Gli altri, uscito via Undamento in digital streaming il 29 gennaio 2021.
SPZ ha all’attivo un altro EP risalente al 2019 che si chiama Quattro e che, per vocalità e mood complessivo, mi ricorda un po’ Giorgio Poi strafatto di acidi.
A proposito di droghe sintetiche, lo showcase di domenica scorsa allo Studio Miriam di Roma è stato un viaggione pazzesco tra luci psichedeliche e filtri caleidoscopici che rendevano i tre componenti della band (batteria, synth e chitarra/voce) delle sorte di alieni dalle figure allungate ma pur sempre super bravi e belli, questo c’è da ammetterlo.
La scaletta è stata spaziale: SPZ ha aperto con la hit Scenderei anch’io, tutta voce riverberata e chitarra effettata, poi Bambino, in cui si aggiungono i controcanti del batterista sul ritornello killer “Oooh ma che fai?/Io ti abbraccio e tu te ne vai?”. Cosmica.
È il turno di HOPAURA, settima traccia dell’EP in cui i toni romantici e le melodie bedroom pop lasciano il passo ad un cantato acuto e incazzato e un riff di chitarra che strizza l’occhio ad Andrea Laszlo De Simone.
Arriviamo alla title track NOI/GLI ALTRI, un pezzo onirico scandito da tastiera effettata e hi-hats piacevoli.
La situazione inizia a scaldarsi, complici anche i teloni in plastica che ricoprono interamente le pareti dello Studio Miriam lasciando fuori solo ampli e strumenti.
I ragazzi si levano giacca e camicia e si passa a quella che viene presentata come “la canzone del demonio”. Stiamo parlando di ||GRANDE||: una traccia psichedelica che esplode con un ganzissimo assolo di chitarra, che mi fa venir voglia di sudare saltando e pogando nel peggio club d’Italia basta che ci sia buona musica e puzza di umanità.
Tra il dire e il fare è il brano che conclude lo showcase e che lascia gli astanti (virtuali, certo) con un po’ di amaro in bocca perché tutti ci aspettavamo un bis. Invece, così come sono apparsi, i ragazzi della band se ne vanno, agitando la mano a mo’ di saluto e mandando bacini volanti verso la telecamera.
Che dire, amici. Mi mancano i live direi che si è capito, così come si è capito perfettamente anche quanto manchi agli artisti che, ricordiamocelo, è da un anno che combinano poco o niente. Una tortura.
Almeno ci sono questi surrogati di concerto, a piccole dosi, in streaming, che sicuramente non creano quel pathos e quella carica elettrica che avviene quando vediamo i nostri eroi fisicamente davanti a noi, ma che comunque sono qualcosa.
SPZ, a mio parere, spacca. Il nuovo EP è una bomba, e penso che l’idea caleidoscopica creata per l’evento dai ragazzi di Grooviglio si abbini perfettamente con il mood che si respira ascoltando gli 8 pezzi. Anche stavolta la scuderia Undamento fa centro. Bravi bravi.
di Marta Verì
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