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|Review| Sestomarelli: il nuovo album si intitola Fra L’Amore e Il Rumore

Sestomarelli, o anche quella fermata ai confini del mondo, al capolinea della metro rossa a Milano.

 
E sembra quasi di sentirli, questi ragazzi che Milano se la portano dentro (oltre che nel nome della band), ad osservare i violinisti in metropolitana, i ragazzi stanchi, i nostalgici dei primi di maggio quando in televisione c’erano gli Skiantos e la Bandabardò, di chi ha fatto i primi anni del Duemila ad ascoltare i gruppi rock e bazzicava nei centri sociali in Isola.
 
Sestomarelli, è di fatto un progetto per i nostalgici delle atmosfere fumose della fiera di Sinigaglia, le manifestazioni con gli amici, la prima nostalgia del liceo. 
 
Più o meno queste le sensazioni che invadono le orecchie con questo Fra L’Amore e Il Rumore, un disco folk rock di fumo, dread, macchinate infinite, amori ironico-romantici, sentimentalismi comuni.
 
Un nuovo capitolo per band di Sesto San Giovanni che, contrariamente al passato, si condisce di rock, chitarre birichine e situazioni trascinanti.
 
Ritrovarsi una band del genere su un palco estivo al tramonto e non ballare e lasciarsi andare sarebbe impossibile. Potrebbe sicuramente essere tra i live più coinvolgenti in cui potremmo sperare quest’anno.
 
Un nuovo capitolo per la band cult, per tutti i sinistroidi nostalgici, rivoluzionari e pseudo progressisti, che aspettano i concerti dei Gogol Bordello e che, nonostante tutto, apprezzano anche Mannarino.
 
Da ascoltare in compagnia, bevendo un bicchiere di vino e lasciandosi andare a tutte queste storie che si concentrano in questo disco, come in una raccolta di racconti di Bukowski, quello più allegro.
Un ritratto di una città ancora viva e pulsante, musicalmente eterogenea.
Una città che non è più la fashion week, le agenzie di comunicazione e la pubblicità, una città che è fatta di persone, storie e piccole tragedie accompagnate da un violino.
 
Un disco coinvolgente, di quelli che, in questo periodo di singoloni, ci mancavano tanto, tra folk e rock. Atmosfere da feste dell’unità e un’anima live che trasuda traccia dopo traccia.
 
Consigliatissimo.