Review

|Review| I Non Voglio Che Clara tornano sulla scena con un nuovo album

Immaginatevela così. Un oscuro personaggio si ritrova in quarantena, sono i primi giorni, quelli che ci vedono ancora più fragili, che ci catapultano dentro questa nuova routine che ci sembra insopportabile e ci viene inevitabile rimettere tutto, ma proprio tutto in discussione.

Perchè chissà quando usciremo (dai, siete stati tutti così pessimisti, almeno una volta), e chissà se ci siamo goduti davvero tutte le nostre ultime volte. Questo oscuro personaggio è un osservatore silenzioso, che guarda attraverso le finestre cosa fanno tutti gli altri, vicini che un tempo aveva conosciuto bene e poi dimenticato, compagni di avventure passate. Un oscuro personaggio, un narratore fantastico, cinico e trascinante, sentimentale, capriccioso, estremamente affascinante. Questa è la voce narrante di Superspleen vol. 1, nuovo lavoro dei Non Voglio che Clara.

Su CSImagazine.it ne abbiamo già parlato a dicembre, a proposito del singolo La Croazia: i Non Voglio Che Clara in fondo non se n’erano mai andati.

Forse non pubblicavano cose nuove, ma i concerti non mancavano e, bisogna dirlo, con la loro precedente produzione avevano segnato una scena, quella dei primi anni Duemila, quando tutti facevano chiasso e rock, con un sentimentalismo sconosciuto e tremendamente piacevole.

Lo ritroviamo qui, in una maniera ancora più intimista, più calma, silenziosa, quasi rassegnata. Si parla di storie passate, scontri e amori sconfinati.

Questo disco è come una raccolta di racconti di una sincerità disarmante che paiono autobiografici, momenti incredibili, come a ritrovare un vecchio album di fotografie e non riconoscersi più.

Questo oscuro personaggio ci sta sempre più simpatico, e ci intrecciamo con piacere nelle sue e di altri storie, quelle degli altri personaggi, che osserviamo da lontano.

Un buon disco, un buon ritorno dei Non Voglio Che Clara, completamente fuori dal tempo, da qualsiasi scena musicale, da qualsiasi moda, da qualsiasi giro, un disco fuori da tutto, come siamo noi in questo periodo assurdo.