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|Review| I Janaki’s Palace, ovvero la psichedelia al potere

In Italia il rock psichedelico non è mai morto e, anzi, negli ultimi anni sta recuperando velocemente, con una serie di proposte davvero interessanti.

Fra queste è il momento di inserire i Janaki’s Palace, band che non avremmo problemi a collocare nella UK degli anni ’70, se non sapessimo che vengono dalla provincia di Novara e hanno iniziato il loro percorso circa 3 anni fa.

A gennaio 2020 è uscito per Costello’s Records/Artist First il loro primo EP, Everything is Temporary, anticipato da due succosissimi singoli. 

Suoni distorti e acidi, atmosfere dilatate e stile autentico: questo sono i Janaki’s Palace.

CPH-Ø1 apre l’EP ed è stato anche il primo singolo scelto dalla band per presentare questo lavoro, tutto dedicato alla temporaneità delle cose. Un brano fortemente psych-pop, costruito su trame vintage vagamente soul-funk, incentrato sul sentimento di insoddisfazione che deriva dall’indifferenza dell’altro di fronte a questioni percepite come importanti. 

August è invece un brano più fresco, sbarazzino, che esalta la bella voce della cantante Chiara Ruga. Si ispira al “Dialogo della natura e di un islandese” di Giacomo Leopardi ed è in grado di trasmettere quella sensazione di malessere tipica di ogni fine estate: avete presente, vero?

L’EP finisce con la trionfale Reflections, con i suoi reverberi mistici in pieno stile psichedelico, un vero e proprio viaggio di sola andata verso un’altra dimensione. 

Una band da scoprire e assaporare, in attesa di una nuova infornata di brani per comprenderli ancora meglio.

 

di Veronica Boggini