Il 31 gennaio è uscito l’ultimo lavoro di Gero, “Un anno in più”: 10 inediti che il cantautore siciliano ha impacchettato con testi e composizioni strumentali interamente scritti da lui.
Nel disco è presente anche il brano Svuoto il bicchiere, dedicato al giudice Paolo Borsellino e con cui Gero ha vinto il premio nazionale Musica contro le mafie.
Gero, siciliano classe 1987, è finalista al Festival di Castrocaro nel 2007 con una prima serata su Rai Uno. Nel 2009 pubblica il suo primo demo album Guardando nel mio specchio. Nel corso degli anni Gero viene scelto come open-act di alcuni concerti di Ron, Gatto Panceri, Francesco Tricarico e Tinturia.
Una gavetta che continua anche oggi, a distanza di anni dal primo importante debutto: Gero è un giovane cantante che sa mettersi in gioco lasciando fare alla sua naturale personalità artistica tutto il resto.
Questo disco è un inno ai sentimenti che si provano nei vari momenti e fasi della vita. Niente è mai come ci si aspetta, anzi, può succedere di tutto.
Ne sono esempio L’amore salva, una canzone che sottolinea l’importanza nel credere che l’amore possa salvare e dare un calcio a quella modernità che spesso raffredda e allontana i rapporti interpersonali, e la ritmata Dieci & Love, che racconta la condizione di abbandono emotivo di un uomo al termine di una relazione.
“Sono stato spinto in mezzo a un inferno con la cenere negli occhi e la paura in mezzo agli occhi” questa è Yemen, brano di attualità con riferimento alla guerra in Medio Oriente e ai giovani soldati.
In Svuoto il bicchiere il cantautore siciliano ha provato a raccontare, con delicatezza, la storia di un eroe dei giorni moderni, Paolo Borsellino, attraverso gli occhi e i sentimenti di sua figlia Fiammetta che lo va a trovare in ospedale dopo che si è causato un banale incidente in Vespa.
Insomma, quello di Gero è un disco che racconta delle storie con al centro il tema ricorrente dell’amore. Che sia felice, triste, di una figlia, di uomini lontani, è sempre l’amore.
E voi conoscete qualcosa di più importante dell’amore?