Review

|Review| L’evoluzione dei Big Mountain County che vi porterà altrove

Somewhere Else, il secondo lavoro in studio dei romani Big Mountain County è un album completo, solido e decisamente trascinante.

Negli ultimi anni in Italia la scena southern rock e la psichedelia stanno vivendo un revival interessante, anche grazie a giovani talenti come Black Snake Moan o ad eventi come il  Rome Psych Fest,  che ogni anno raduna nella Capitale artisti internazionali e valorizza quelli italiani legati ad un genere purtroppo ancora di nicchia.

Ma i  Big Mountain County con questo disco guardano oltre i confini dei generi, incasellando  11 tracce grintose e palpitanti.

Confezionate ad arte per trascinarti in mezzo alla pista per una danza roboante e scalmanata, permettono di andare in trance ad intermittenza man mano che va avanti il disco.

Con ritmi funky, venature di rockabilly e punk blues cavernoso e agricolo, con Somewhere Else i Big Mountain County  si sono cuciti addosso uno stile quasi unico, così come hanno fatto gli scozzesi Franz Ferdinand ad inizio duemila, i The Black Keys in Ohio o i meno conosciuti sivigliani Riverboy.

Insomma, reinventare o saper reinterpretare ad arte un genere musicale fondendone altri e creando qualcosa di personale non è cosa da tutti e questo gruppo dimostra di guardare sempre di più in questa direzione.

Li ho visti l’ultima volta dal vivo quest’estate a Villa Ada e, nonostante ci fosse ancora poca gente e il caldo e l’umidità regnavano su tutta la valle, i BMC hanno dimostrato carattere, resistenza e professionalità da veterani del rock.

In questo periodo stanno promuovendo il disco in giro in Europa per tornare a casa a fine aprile  e –  emergenza Coronavirus permettendo – li aspettiamo a braccia aperte.

di Damiano Sabuzi Giuliani