Da piccolo registravo su musicassetta le canzoni che passavano in radio per regalarle agli amici e, nei momenti di coraggio, alle amiche.
Usavo lo stereo di mio padre, era uno strumento gigantesco e affascinante, formato da due grandi blocchi mangiacassette con i tasti meccanici in fila sotto una finestrella, dalla quale vedevo girare le ruote dentellate e il nastro magnetico riavvolgersi.
Ogni volta che premevo un pulsante lo stereo si azionava con un sordo clack. Il tasto rec. e rewind erano, ovviamente, i più consumati.
Erano gli anni ’90 e la musicassetta era il simbolo della musica che, lentamente, stava scomparendo.
Martedì 30 aprile allo sPAZIO211 si sono esibiti gli Zyp e i Gomma, proprio a fianco alla biglietteria solitamente viene esposto il banchetto del merchandising, che in questo caso espone delle vintagissime musicassette di Sacrosanto, l’ultimo disco dei Gomma.
I suoni delle band e questo oggetto che proviene direttamente da una wunderkammer, mi hanno dato spunto per la scrittura di questo reportage.
Lato A: zYp
Una televisione a tubo catodico si illumina dalle quinte del palco, tra le lettere spicca la Y maiuscola in posizione centrale, che compone il nome della band di Barriera di Milano.
Vittorio (voce/chitarra), Gabriele (voce/chitarra), Lorenzo (basso/voce) e Federico (batteria/voce).
Mentre i loro suoni densi come una palude mi riempiono piacevolmente le orecchie scopro che gli zYp hanno all’attivo un EP dal nome Non Sapevamo Scegliere (2016), e che attualmente sono al lavoro su quello che sarà il loro primo album.
Noto Gabriele con la sua Washburn rossa e mi sposto sulla sinistra del palco.
C’è una carta da gioco infilata sotto al battipenna. Una donna di picche. Capisco immediatamente il rapporto che c’è con la sua chitarra, l’espressione di Gabriele mentre suona varia dal divertito all’affaticato fino ad arrivare al coito.
I suoi movimenti pelvici sono allusivi quel tanto che basta per cogliere la sua passione per la musica e per quello che stanno portando sul palco.
I testi in italiano cantati a voci alterne arrivano forti e chiari come un pungo dello stomaco, si coglie la periferia torinese, la vita in un quartiere senza alberi, storie di adolescenza.
L’esibizione degli zYp non è stata una semplice apertura scaldapubblico, ma una vera e propria parte della serata tanto da decidere di farne occupare il lato A di questa ipotetica musicassetta.
Suoni e attitude affondano le proprie radici negli anni ’90, anni in cui gli zYp sono cresciuti alimentando la loro fame per il grunge, post-grunge e alternative rock.
Lato B: Gomma
Chi ha già visto i Gomma live sa con quale energia, potenza e densità di suono si esibiscono quello che risuona è anche un altro aspetto.
I Gomma sono giovani, giovanissimi se teniamo in considerazione il 2016, anno in cui hanno iniziato a suonare.
Mio padre direbbe: quando c’erano le musicassette tu non eri neanche nato.
È vero, ma la nostalgia non è un sentimento semplice. L’essenza della nostalgia è il ricordo, ma non sempre è così. È interessante prendere in considerazione un tipo di nostalgia paradossale, ovvero quella di tempi lontani, mai vissuti per davvero.
Questi “ricordi riflessi” sono figli di una cultura pop che affonda le basi nel vintage. Affascinanti oggetti in disuso riprendono vita e danno la possibilità alle generazioni più giovani vivere oltre il digitale, per affondare radici nel suolo comune dei nostri antenati.
Il filosofo e saggista Zygmut Bauman in Retrotopia(ultimo lavoro prima della sua morte), analizza in modo critico la tendenza all’atteggiamento nostalgico.
In questo saggio Bauman cita Svetlana Boym che definisce la nostalgia come sentimento di perdita e spaesamento, ma anche una storia d’amore con la propria fantasia.
Questo è proprio quello che fanno i Gomma sul palco, giovani e vintage nello stesso tempo, non troppo ma la giusta dose per riuscire ad arrivare a un pubblico molto vasto, come lo dimostra la sala al completo.
I Gomma hanno qualcosa di affilato, autolesionista, qualcosa che arriva dalla cultura emo-core mescolata ai temi e al modo di esporli tipico delle nuove generazioni.
Si vede dal loro modo di stare sul palco, la loro strafottenza ma nello stesso tempo dal legame col pubblico, che sul pezzo Elefanti chiamano i ragazzi delle prime file per salire sul palco a cantare insieme a loro.
Inoltre a mezzanotte scatta il compleanno di Giovanni, chitarrista, festeggiato durante l’unico momento “acustico” e più “nostalgico” della performance.
Riavvolgimento del nastro:
Prendete una matita, infilate la punta nella musicassetta e riavvolgete il nastro andando a vedere gli zYp e i Gomma live per non dimenticare.
foto di Federica Da Lio