Villa Ada Roma Incontra il Mondo: mai titolo fu più azzeccato quando sul palco del festival più amato della Capitale ci sono i Tinariwen.
Un pubblico poliglotta attende pazientemente il proprio ingresso ai cancelli: una particolarità che segna una differenza di passo rispetto alle serate scorse, data senz’altro dalla proposta di una band molto conosciuta a livello internazionale, forse più che in Italia.
Ed eccoli sul palco, con i loro magnifici abiti tradizionali e le movenze di danze lontane che rapiscono il nostro immaginario.
I Tinariwen sono un gruppo musicale proveniente dal nord-est del Mali, il cui nome in lingua Tamashek (la lingua dei Tuareg) significa “deserti”. E allora quale migliore scelta di Villa Ada, vera e propria oasi nel deserto urbano di una afosissima Roma di inizio luglio.
Nel corso della serata la band ci propone un repertorio di brani storici e pezzi tratti dal loro ultimo album, Elwan, capolavoro registrato in tre continenti, a testimonianza di un nomadismo culturale ed artistico, ma anche forzato, a causa della pessima situazione politica nel loro paese di origine.
Veniamo cullati da una musica mistica, che ci fa viaggiare per chilometri e chilometri dal profondo dell’Africa fino agli States, passando per il Vecchio Continente. Blues e rock sono sapientemente miscelati con la musica tradizionale Tuareg in una world music che si è ampiamente meritata un Grammy Awards nel 2011.
Robert Plant ha detto che ascoltare la loro musica “è come buttare un secchio in un pozzo profondo” e ha proprio ragione.
Cogliere l’invito dei Tinariwen ad aprirsi ad un mondo lontano significa paradossalmente ritrovarsi. Recuperare sensazioni familiari, che ci risuonano dentro, esperienza straordinaria in un altrove conosciuto.
Basta alzare gli occhi al cielo e guardare le stelle, per sentirsi qui e in tutti i deserti del mondo, allo stesso tempo.
© foto di copertina di Ziblab