È un piovoso venerdì d’autunno di quelli un po’ tristi, ma non fuori dai cancelli del TPO a Bologna: un folto gruppo di persone cerca disperatamente i biglietti per il concerto sold out di MYSS KETA, che sceglie Bologna come prima data del suo “Paprika XXX Tour”.
In apertura a MYSS KETA il gruppo che non ti aspetti, i Gomma, visti in opening dei più svariati gruppi (ad esempio a novembre 2018 al Locomotiv prima dei Nothing) e che, dunque, si potrebbe osare definire versatili da questo punto di vista.
Conosciuti da pochi, fortunatamente non smettono mai di sorprendere musicalmente, crescendo live dopo live con suoni abbastanza duri e tirati ed una spontaneità che spesso diventa ironia tagliente.
Come quando Ilaria, frontwoman, un po’ disobbediente alle regole dice: “Io non sono una grande intrattenitrice, mi hanno detto che devo dire qualcosa.” Poi un silenzio imbarazzante e: “Ehm, basta, no, può bastare così.”
Parla la musica dunque, e principalmente l’ultimo album, sinceramente molto più apprezzabile dal vivo.
Poi i ringraziamenti finali, tra cui “a me che sono fighissima ed al mio ex ragazzo che mi ha fatto scrivere questo pezzo” aprendo Falò, la cui intro viene modificato ad hoc per mandare frecciatine non proprio benevoli a Calcutta e le sue molotov nel cuore.
Ma il punk è anche questo e ci piace.
Tra un live e un altro l’attesa regala uno scenario per qualcuno terrificante, per altri simpatico: mascherine ed occhiali da sole, capelli super colorati, selfie di gruppo, fischietti ed outfit da gay pride. È l’effetto Keta, in un TPO murato di gente.
Nel bel mezzo di questo caos, a richiamare l’attenzione sono le ragazze di Non una di meno, che annunciano una manifestazione: “Perché siamo incazzate”, tuonano.
Per le discriminazioni sulle donne da parte dei datori di lavoro, di obiettori, “per chi per strada ci chiama troia, puttana”, per gli sgomberi sempre più frequenti degli spazi sociali.
E non meno importante, contro la volontà di Salvini di chiedere l’organizzazione di un comizio al Paladozza il 14 novembre.
“Siamo in stato di agitazione permanente ed il 23 novembre saremo in rivolta” urlano, scatenando applausi ed urla consensuali da parte della folla.
Uno spazio importante per dei temi che ancora vengono affrontati marginalmente, e quando trattati vengono etichettati come un riduttivo “pensiero femminista”.
Sono quasi le 23 ed è arrivato il suo momento: MYSS KETA sale sul palco con la sua MAIN BITCH, con delle basi ricche di bassi che fanno vibrare tutte le pareti del locale e arrivano dritte in gola.
Cerchietto alto col cuore, mise in rosa da ragazza poco per bene, voce e corpo caldi.
Prosegue con B.O.N.O dicendo: “Come sempre ai concerti della Myss c’è sempre una certa dose di bonaggine. Ma non è solo una bonaggine esteriore, anche interiore”.
Di fronte ad una cornice di pubblico scatenato ed esaltato, costante che si ritrova ai suoi concerti, lo show è perfetto.
Gli intermezzi elettro- tecno- dub suonati dal dj sono una delle cose più apprezzabili del live: portano suspence ed un sound super accattivante, del resto come nella maggior parte dei pezzi, e soprattutto nel beat di UNA VITA IN CAPS LOCK.
Nel mezzo dello show, LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA, fresco fresco di video su Youtube, che raccoglie artiste come Joan Thiele ed Any Other in una Milano underground, viene eseguito alla perfezione.
Stavolta con la partecipazione di Ilaria dei Gomma, che la vede duettare e rappare al suo fianco con un paio di bretelle e mille tatuaggi. Che coppia.
“Non ero così calda dall’ultima settimana bianca a Courmayeur, ma non è che voglio essere calda, voglio essere bollente”, sarà poi l’incipit di Botox.
“Ragazzi, stasera è un’orgia!”.
Tra i cambi d’abito e il ventaglio agitato per il calore bruciante, poco prima del bis, parte PAZZESKA con le sue sirene.
Risalirà infine sul palco regalandoci due minuti dei più esilaranti della storia dei concerti, di quelli che fanno il giro del web e ti fanno ridere per due giorni di fila.
La presa per il culo a Giorgia Meloni, col remix delle parole dette ad un comizio che nei giorni scorsi ha fatto impazzire la rete.
Con un vestito rosso fuoco appariscente per attirare ancor di più l’attenzione a sè, tra i cori e le risate, scherzando scherzando si scorge un velato momento di riflessione sociale.
La gente impazzisce tra “genitore 1 e genitore 2” e il featuring ironico con le parole della politica che la ridicolizzano senza bisogno di aggiungere altro.
“Un saluto” dice poi, alzando la mano, rivolto alla Meloni con tanto di tag nelle sue storie di Instagram e un: “Canzone preferita del 2019 rega”.
Chiuderà la serata con MILANO SUSHI E COCA, con le ballerine sempre al suo fianco, in un clima caldissimo e di festa totale.
Una Miss che raccoglie una platea sempre più estesa di fan ma anche di haters, e facilmente giudicabile da chi forse non va troppo oltre le apparenze.
Se non siete mai stati ad un concerto della MYSS state compiendo un vero e proprio peccato.
Rischiereste, magari per pregiudizio, di perdervi un grande show e un’artista sui generis in Italia.
In due parole? Provocante, provocatoria.