Con Davide Canali siamo stati all’edizione invernale 2019 del festival de La Tempesta Dischi a Largo Venue di Roma, per l’occasione inserita nel palinsesto delle attività della Biennale di Marte Live.
Una serata esplosiva con ritmi serrati ed esibizioni lampo con il meglio delle proposte dell’etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti.
Il primo a salire sul palco, purtroppo con la venue ancora poco affollata, Blindur, Massimo De Vita che, con una batteria insistente come un martello pneumatico che fa da sfondo a testi sopraffini, rende lo show ricco di suoni essenziali.
I quattro sul palco fanno da ciceroni della serata. Chiudono il loro set con lo stoner e lo psych rock alzando una perfetta palla alta per Black Snake Moan. Abbiamo già visto quest’ultimo al primo live per la presentazione di Phantasmagoria, il suo ultimo album uscito lo scorso ottobre, e lo abbiamo ritrovato, dopo una decina di date in Italia e in Europa, davvero in forma: più sciolto e più immediato, quasi a voler concentrare il meglio di sé in soli 30 minuti.
Poi è il turno di Mimosa, che sale sul palco con altri due elementi ad accompagnare la sua rocambolesca ed energica esibizione. Carica a palla, Mimosa Campironi mette su uno show guidato dal suo carisma soul.
Cambio palco. Va in scena il folk sporco di Lupetto con la sua voce cavernosa e la sua telecaster. Passa dal grunge molto anni Novanta all’alt rock più contemporaneo. L’improvvisazione è la sua carta vincente e azzarda anche una Redemption Song ispirata più alla versione punk dei Lagwagon che alla versione originale di Bob Marley.
Piccolo intermezzo con lo spettacolo de la Murga Los Adoquines De Spartaco ovvero la murga romana del Quadraro.
Dopo aver lasciato il cuore tra l’Argentina e Roma est, ecco che sale sul palco Alosi, il mio artista preferito della serata.
La voce e penna de Il Pan Del Diavolo è alle battute finali del tour dedicato alla sua prima esperienza da solista. Un disco che è una perla rara nella scena musicale contemporanea che trasuda rock’n’roll in presa diretta da tutti i pori.
La sua esibizione è senza dubbio la più fragorosa, insistente e scrosciante, rendendo ogni singola canzone di questo mini concerto un piccolo inno.
Chiudiamo in bellezza la serata con lo show dei padroni di casa: i Tre Allegri Ragazzi Morti che come CSImagazine abbiamo visto e ascoltato in tutte le salse. Regalano ai fan della prima ora uno spettacolo impeccabile: partendo dal 1994 tracciano con maestria la loro lunga carriera in meno di un’ora di esibizione che vanta tanto di comparsa sul palco di Adriano Viterbini e la sua graffiante ed unica chitarra elettrica.
foto di Davide Canali