Live Report

|Live Report| La Scala Shepard sul palco della consacrazione

“L’orgoglio è per gli idioti” canta La Scala Shepard nel pezzo che dà il titolo al loro primo album Bersagli  (Goodfellas 2019).

Sono queste le parole che mi riporto a casa dopo il loro live al Largo Venue di Roma, un sabato sera di gennaio, freddo, ma non abbastanza per dissuadermi.

La Scala Shepard è Alberto Laruccia (voce, chitarra), Claudia Nanni (voce, synth), David Guido Guerriero (batteria) e Lorenzo Berretti (Basso, synth), band romana in attività ormai da un lustro piuttosto conosciuta negli ambienti musicali della Capitale, che con impegno e perseveranza conquistano finalmente il palco della consacrazione.

Non c’è da stupirsi infatti che il Largo fosse (quasi) pieno. E nonostante questo, per tornare a quel verso rimastomi in testa, La Scala rimane saldamente coi piedi per terra, mostrando in varie occasioni il suo grato stupore nel vedere davanti a sé un prato di teste assorte nel suono. Un’umiltà come forma di ricerca artistica che non può non trasparire nelle canzoni proposte.

Un raffinato equilibrio di rock graffiato e tessiture elettroniche, arricchite dalla sovrapposizione di voci maschili e femminili e liriche che affondano nelle difficoltà del vivere quotidiano sublimate in versi. Ma c’è anche molta potenza nella musica de La Scala Shepard che si esprime appieno, appunto, nella dimensione live. Potesse esplodere questa città, incipit e commiato del concerto romano, ne è la dimostrazione.

Il concerto al Largo è stato una vera e propria festa, l’occasione di condividere sul palco sogni e fatiche che hanno accompagnato la realizzazione di questo nuovo disco.

Su quel palco sono infatti saliti Le Larve (che hanno anche aperto la serata con uno special set di inediti – appunto personale: gran voce e pezzi che non hanno nulla da invidiare ai big dell’indie), che in un momento smorzante hanno cantato con La Scala Shepard Ho visto la Madonna e poi l’intenso incontro con Divi dei Ministri sulle note di Alberi e Camera con vista. A chiudere il dj set de Le Coliche.   

 

Quella de La Scala Shepard è una proposta musicale coraggiosa che, pur non voltando le spalle al pop, si discosta profondamente dalle tendenze contemporanee che dominano la scena. Un motivo in più per seguirli? Ad ogni modo, Roma è stata conquistata.

Ora, La Scala Shepard, nonostante quei piedi così ben piantati a terra, non può che puntare sempre più in alto.

di Malatesta, foto di Mattia La Torre