È il 15 giugno 2020 e il Locomotiv di Bologna, nella location dell’Arena Puccini, ospita una data storica, che lo fa diventare ancora una volta un locale unico al mondo.
Sul palco Giovanni Truppi: in assoluto il primo concerto in fase post lockdown, che come ben sappiamo ha colpito duramente i lavoratori dello spettacolo e gli ascoltatori seriali di concerti.
La rassegna Sunshine superheroes- superiamo le distanze, ripopoliamo la cultura annunciata dal locale, prevede un totale di 12 date (di cui alcune già sold out o quasi) ed è il primo vero tentativo di riavviare una fase culturale, seppure totalmente nuova, con limiti e distanze oserei dire “invalidanti”.
Atipica nelle sue forme e modalità di fruizione, conduce ad un cambiamento a partire dall’acquisto dei posti a sedere, distanziati e prenotabili come singoli o conviventi, questi ultimi rigorosamente con presentazione di autocertificazione. Chi dunque non si qualifica come convivente/coinquilino non può seguire il live in compagnia senza stare ad almeno tre sedie di distanza dagli altri.
È una serata strana a Bologna, uggiosa, piovosa ed un po’ malinconica, non sembra neanche giugno.
L’impatto dell’arrivo sul posto è incredibile: ci rendiamo conto in un istante di come, quello in cui ci troviamo, sia un posto di ritrovo e di potente aggregazione e nel giro di pochi metri quadrati ritroviamo tanti amici, sorrisi e strani dejavù.
Col passare dei minuti la pioggia aumenta, così come la nostra convinzione e percezione che il live sia annullato o posticipato, quando le casse vengono coperte dai teloni.
Una voce cupa ed inquietante in altoparlante annuncia diverse volte di rispettare le norme di sicurezza e spiega le modalità di uscita e deflusso della folla per evitare assembramenti.
Gli ombrelli si alzano, l’odore dei fiori di primavera diventa fortissimo, fa pizzicare il naso a qualcuno ed in lontananza si sentono delle grida che sembrano essere di bambini.
In questa atmosfera surreale, inizierà circa alle 22 il live di Giovanni Truppi, che si presenterà in canottiera a mo’ di muratore, da solo col suo pianoforte, sotto un gazebo bianco montato per l’occorrenza.
Giovanni si esibirà per un’ora, in assoluta semplicità e senza pronunciare una parola che non sia delle sue canzoni fino alla fine del concerto.
E via con Borghesia, Stai andando bene Giovanni col suo monologo/esortazione a sé stesso, Superman coi suoi acuti toccanti, e la splendida Conoscersi in una situazione di difficoltà, a mio avviso una delle dichiarazioni d’amore più belle di sempre: “Se ti dò la mia solitudine tu mi dai la tua solitudine”.
Non manca la poesia romantica e disarmante di Mia, “E adesso, anche se ho detto a tutto e tutti così male di te che se me lo chiedessi mille volte io mille volte ti direi di no, io vorrei solo che tu ti facessi trovare stanotte davanti al portone. Ti farei entrare col muso ma poi ti vorrei avere e mentre lo facciamo ti direi che non penso che a te” che apre il cuore in due e taglia come una lama.
Il nostro stato d’animo si fa pesante, ma di un pesante bello, intenso, mentre la pioggia continua a scorrere sulle nostre gambe.
Con una conversazione divertente riesco persino a contrattare coi miei dirimpettai l’altezza giusta che il loro ombrello deve avere perché non mi ostacoli la visione del palco.
Poi come un tuono Giovanni ci canta in Scomparire che “Due che si abbracciano strettissimi ce la fanno a scomparire”. E di questi tempi, riflettere su un tanto desiderato abbraccio, fa effetto.
Truppi riesce a farci emozionare, a farci rivivere la musica dal vivo, seppur senza sudore appiccicaticcio da club ed il tendone amaranto da teatro del Locomotiv.
Chiuderà infine con un bis molto richiesto, suonando Quando ridi e si congederà sotto la pioggia prendendo gli applausi sentiti della folla.
Una serata da ricordare per sempre, che non potevo fare a meno di raccontare.
D’altronde, “che te ne fai della perfezione senza la condivisione”?
© foto: Locomotiv Club