La prima volta che ho sentito i NOFX avevo circa 13 o 14 anni.
Credevo che i NOFX fossero un remix accelerato di qualcosa di rock.
Ai tempi sapevo poco della musica punk e dell’hardcore melodico e non potevo credere che un essere umano potesse suonare il basso, la batteria o la chitarra a quella velocità e potenza. Da quel giorno è stato amore: la band nata a Berkeley (California) nei primi anni ottanta è una delle mie band preferite ancora oggi. Punk in Drublic del 1994, il loro quinto album in studio, è uno dei miei dischi preferiti di sempre. Ho avuto la fortuna di vederli dal vivo ben 2 volte: nel 2013 a Padova per il tour del trentennale della loro carriera e al Bay Fest del 2016.
Entrambi concerti fantastici, massacranti ma allo stesso divertentissimi… anche se i NOFX sono una di quelle band che fanno meglio il loro lavoro in sala di registrazione che dal vivo.
Quindi non potevo farmi sfuggire la loro biografia una volta pubblicata anche in Italia.
In realtà dire che sia una vera e propria biografia di un gruppo musicale sarebbe blasfemo. E’ più l’insieme di storie dei singoli che compongono il gruppo, storie che si intrecciano e ne raccontano una comune fatta di eccessi, alcool, droga, sadomasochismo. Vite vissute al limite, su e giù dai palchi, nei tour e nelle sale di registrazione. Ma anche racconti di vita domestica e famigliare. Una pagina dopo l’altra i componenti della band crescono e maturano. Le perversioni e le dipendenze lasciano spazio all’intimità, all’amore per i figli, all’attivismo politico e alla coscienza sociale.
I NOFX sono arrivati, nella loro lunga carriera, a trasformare il punk – fatto tradizionalmente di nichilismo e distruzione – in un’esperienza musicale e sociale attiva e matura.
I membri attuali Fat Mike, Eric Melvin, El Hefe, Erik Sandin raccontano le loro esperienze e come il gruppo si sia evoluto musicalmente nel bel mezzo della scena musicale punk californiana. Attraverso vicissitudini, momenti bui ed episodi esilaranti i 4 narratori principali mettono insieme i pezzi di un puzzle che ha portato il punk hardcore nel mainstream musicale senza scendere a compromessi.
I racconti, intrecciati tra loro seguendo una linea temporale e tematica comune, non tralasciano nulla e dando spazio narrativo anche agli ex membri (Scott Sellers, Scott Aldahl, Dave Allen, Dave Casillas, Steve Kidwiller) i quali – nel bene e nel male – hanno contribuito fattivamente a realizzare il sound dei NOFX come lo conosciamo oggi.
Nel mezzo di storie turbolente trova spazio anche l’analisi critica di Fat Mike sul modello di business dell’industria musicale e sugli elementi che hanno stravolto per sempre la musica punk rock americana come il successo del Nirvana.
Nel febbraio del 1994 i Green Day […] hanno pubblicato Dookie, e la scena punk ha dato di matto. L’album è andato in classifica in tutto il mondo, ha vinto un grammy e da allora gli è stato riconosciuto anche un disco di diamante (traguardo raggiunto solo da un centinaio di album nella storia). L’8 aprile 1994, gli Offspring hanno pubblicato Smash che è stato il primo disco prodotto dalle Epitaph non solo a guadagnarsi il disco d’oro, ma a ricevere anche sei dischi di platino. Smash è conosciuto anche per essere l’album indipendente più venduto di tutti i tempi. Negli anni ’80 i punk erano come una massoneria o una società segreta. Avevamo il nostro locale, i nostri rituali. Potevamo riconoscerci l’un l’altro in pubblico e secondo il resto della società avevamo un linguaggio in codice. Il punk ci permetteva di indossare l’etichetta degli emarginati come motivo di orgoglio invece che come segno di vergogna. Ma all’improvviso, il nostro linguaggio segreto era stato decodificato dalle etichette major. I nostri rituali erano stati messi a nudo dalla stampa. E le porte del nostro circolo segreto erano state spalancate a MTV. (Mike, paragrafo 77 p. 239)
Tutto questo successo del punk ha provocato una sorta di rifiuto da parte dei NOFX: non volevano finire nel tritacarne dello star system confezionato dalle Major e dalle maggiori reti televisive musicali. Così decisero un lungo silenzio stampa durato 7 anni rifiutando di girare e far trasmettere videoclip sulle emittenti commerciali. Pagando anche a caro prezzo il mancato successo sia loro sia delle band collegate alla casa discografica di Fat Mike e sua moglie Erin, la Fat Wreck Chords fondata nel 1990.
Nel luglio del ’96 abbiamo fatto un grosso concerto all’Olympic Velodrome […] un rappresentante di MTV mi ha avvicinato nel backstage e con naturalezza ha fatto intendere che se i NOFX avessero dato il loro video all’emittente, l’ultimo video musicale dei No Use For a Name (che in quel periodo era la più grossa band della Fat Wreck Chords) avrebbe potuto avere “una vita più lunga” […] Non gli abbiamo dato il video. Il video dei No Use è scomparso da MTV (anche se il loro disco era in classifica e in rotazione nelle radio private). E mi sono reso conto che non avrei mai più voluto avere a che fare con dei colletti bianchi del cazzo sfruttatori come quelli. (Mike, paragrafo 77 p. 240)
L’attivismo politico invece – sebbene la critica al Sistema e all’establishment è sempre stata presente nei testi dei NOFX – tocca l’apice nei primi anni duemila quando decidono di aprire un sito, punkVoter.com, con l’obiettivo dichiarato di rimuovere George Bush dalla carica di presidente alle elezioni del 2004. Parlando del 43° presidente degli Stati Uniti, Fat Mike afferma:
[…] non mi era piaciuto il modo in cui suo padre aveva governato il paese, non mi piaceva il programma del suo partito e non mi piaceva il modo in cui aveva rubato le elezioni del 2000. Sospettavo che avrebbe mandato seriamente a puttane la nazione e nel 2002 i miei sospetti sono stati completamente confermati. L’USA PATRIOT ACT , le limitazioni alla ricerca sulle cellule staminali, le misure anti-aborto, il ritiro dal Protocollo di Kyoto, i tagli alla tasse per i ricchi che ci avevano fatto cadere in un deficit da record … era l’incubo peggiore di ogni progressista. E non aveva ancora invaso l’Iraq. (Mike, paragrafo 99 p. 284)
Insomma, a fianco a storie esilaranti, di violenza, delirio e depravazione (che ci stanno e piacciono al pubblico… d’altronde chi pubblica libri deve anche venderli) c’è molto altro: dalle catastrofiche esperienze imprenditoriali di Melvin (che ad un certo punto decide di prendere in gestione un bar) e di El Hefe (che apre un night club) alla passione per la motocross di Sandin che di fatto, con il suo operato, ha cambiato la percezione di questo sport (se siete appassionati del tema vi consiglio di leggere il paragrafo 90 “Smelly”).
Ingiusto e non esaustivo pertanto quanto riportato nelle alette interne della brossura del libro:
Drogati, molesti e spudorati, i NOFX raccontano il meglio e il peggio delle esperienze che li hanno portati dal suonare con poco successo nei locali di tutta la California, al diventare una delle band hardcore punk più controverse e influenti del mondo. Questo libro è ricco di episodi esilaranti e rivelazioni inaspettate, e tra le pieghe di vizi, perversioni varie e vero e proprio delirio, ritroviamo anche avvincenti spaccati della violenta scena hardcore punk californiana degli anni ’80, amari ricordi della dipendenza da eroina, folli episodi sulla vita in tournée, curiose pratiche sessuali e molto, molto altro che saprà intrigare, emozionare e soprattutto divertire chiunque – persino chi non è fan della band! I NOFX si sono formati nel 1983 e da allora hanno pubblicato più di una dozzina di album, venduto più di otto milioni di dischi, sono andati in tour in quarantadue diverse nazioni sparse su sei continenti, fondato una delle etichette indipendenti di maggior successo al mondo, e sono pure stati protagonisti di un reality show incentrato su di loro. Vivono in California.
Ma si sa…è una questione di marketing!
In definitiva è un libro veramente interessante, certo ci vuole un po’ di pelo sullo stomaco per leggere alcune parti fino in fondo. Inoltre i giudizi sul successo di altri loro colleghi (come i Green Day, Blink 182 ecc..) lasceranno delusi chi si è avvicinato a questo stile musicale solo in tempi recenti e i fan dei gruppi power pop. Ma consiglio veramente un’attenta lettura a tutti. Magari il prossimo natale lo regalo a mio padre… sperando che possa capire molti degli atteggiamenti della mia adolescenza 😉