Cantautrice romana, Priscilla Bei ad inizio febbraio è uscita con il suo primo lavoro discografico “Facciamo finta che sia andato tutto bene” per Lapidarie Incisioni.
La settimana scorsa ha presentato il disco in un live al Wish List, un club romano nel quartiere San Lorenzo. Ho pensato di fare un salto per seguire il concerto, vederla dal vivo e farle qualche domanda sulla sua opera prima.
Premetto che il disco è veramente un buon prodotto. Composto da 10 tracce difficilmente catalogabili in un preciso genere musicale, pieno di suoni e di effetti, non rinuncia ad un groove che mette insieme un po’ di funky, dub ed elettronica. In un gioco di intrecci sonori la voce di Priscilla accompagna l’ascoltatore in un mondo tutto suo fatto di relazioni umane e sentimentali che lei racconta con ironia e un pizzico di cinismo.
Ciò che mi ha colpito di più, parlando con lei del disco, è il suo mettere l’accento sul lavoro corale, un “lavoro di squadra” come ha sottolineato più di una volta. Evidenzio questo aspetto perché non sono scontate nel mondo del business musicale l’onestà intellettuale e la modestia, soprattutto per quegli artisti emergenti che – nonostante il duro lavoro – si affacciano sulla scena e sanno che devono sgomitare per ritagliarsi uno spazio. A maggior ragione se sei una cantautrice italiana nel 2018.
“Mi sono occupata prettamente della scrittura e le scelte anche sonore sono state improntate molto da Stefano Tashi l’arrangiatore e producer di elettronica che gli ha dato questa marca.” Dice in riferimento alla difficile catalogazione di questo disco in un singolo genere. “A me piace non stare in un genere. Per questo mi ci ritrovo molto in questo esperimento.”
Sia nell’intervista sia durante il live trova lo spazio per ringraziare i musicisti e mettere l’accento sul loro contributo.
Dalle batterie di Filippo Schinninnà alla chitarra di Giacomo Ronconi. Dal basso di Laura Piccinetti (davvero brava: anche dal vivo con il suo basso a 5 corde ha uno stile molto delicato e allo stesso tempo potente) fino al sax e ai clarinetti di Marco Colonna. “Clarinetti”, al plurale, perché “usa una tecnica particolare: ne suona due insieme e mixando più voci dello stesso clarinetto” – . In Doveva Succedere – scritto a 4 mani con Lucio Leoni – Marco Colonna ha “sapientemente improvvisato” regalando all’ascoltatore una canzone dove i fiati si intersecano alla perfezione con l’atmosfera generale.
Lasciando per un momento da parte il disco e passando al live, c’è da dire che per essere stata una Prima non è andata affatto male. Forse l’unica pecca è stata quella di voler ricreare l’essenza del disco, e di trascurare quindi un’identità precisa nell’esecuzione dal vivo. Ma immagino che Priscilla e la sua squadra possano solo migliorare con l’esperienza. Durante lo spettacolo hanno trovato spazio, oltre alle tracce del disco, anche pezzi tratti dal suo EP del 2015 “Una Storia Vera”, una cover di Beyoncé e la proiezione in anteprima del video “Cose serie”, traccia n. 4 di “Facciamo finta che sia andato tutto bene”.
Il disco è stato registrato e mixato tra il Soultube Studio di Luca D’Aversa e Giuseppe D’Ortona e il Monkey Studio di Lucio Leoni.
Leoni è anche il direttore artistico dell’etichetta Lapidarie Incisioni nonché curatore del missaggio del disco di Priscilla.
Piccolo inciso: conosco artisticamente Lucio Leoni da circa un annetto, da quando ha partecipato alla web serie Kahbum insieme a Giancane partorendo un divertentissimo brano che affronta diversi temi sociali e politici. E fino a qualche giorno fa conoscevo solo il Lucio Leoni cantautore romano e ignoravo le sue altre vite.
Non potevo dunque non chiedere a Priscilla un suo commento su questa collaborazione.
“È stato veramente un bel percorso. Prima abbiamo parlato della scrittura, abbiamo analizzato e rivisto insieme alcune cose. Abbiamo lavorato su alcune immagini e come renderle più efficaci. Lui non si è mai imposto nelle scelte. Mi ha dato delle suggestioni, dei suggerimenti, mi ha posto delle domande, un po’ come fa lo psicologo che non ti dà mai la soluzione!! E là mi si è aperto un mondo. Perché ho provato a vedere le cose da un altro punto di vista, a pesare le parole in maniera diversa. Questa è stata tutta la parte ‘pre’. Poi è stata interessantissimo in sala di registrazione capire quanto è importante la guida di chi ti registra le voci. Lui mi ha tirato fuori delle voci che io non pensavo di avere. È una parte molto creativa questa. È come se fosse un ulteriore musicista. Ho trovato una professionalità e una creatività incredibile. L’ho apprezzato tantissimo. C’è anche un lavoro nel metterti a tuo agio, darti le suggestioni giuste, suggerirti come fare una voce, come portare un tempo, come pronunciare, quelle cose che poi ti cambiano da così a così una canzone. Lui sicuramente ha l’intuito e la capacità di comunicartelo. Il fonico acido che ti dice “è stonato!” ti butta giù. E invece lui ti carica sempre. È stato molto divertente.”
Chiudo parlando della mia traccia preferita del disco, della quale non potevo non chiedere conto a Priscilla: Autostrada. La canzone che completa il disco mi piace molto per la sua intimità e poi perché sembra uno di quei mix tape che si facevano negli Ottanta e Novanta con le cassette sulle quali si improvvisavano compilation, si sovraregistrava sullo stesso nastro milioni di volte e si creavano composizioni ad hoc.
“In realtà questa è stata una nota vocale fatta a casa. Ho provato a registrarla per poi mandarla all’arrangiatore. Era una nota vocale mia del pezzo che avevamo appena registrato. Poi ovviamente dentro ci è entrato di tutto anche le voci dei bambini. Qui si sente solo uno dei miei figli. L’arrangiatore gli ha dato quella magia di casalingo e artigianale che ci è piaciuta e l’abbiamo lasciata. Era bello far emergere anche il lato più umano e quello più vero, come a dire: ‘Mamma sono qui basta fare la cantante’. Che i bambini ti amano ma non possono tanto vederti che fai delle cose tue.”
Progetti per il futuro ci sono: Priscilla continua a scrivere e anche nel live ha cantato un pezzo nuovo. Cosa verrà non lo sa, magari un altro disco ma per il momento si concentra sulla promozione del disco appena uscito.
credits: gli scatti che trovate in questo articolo e sui nostri social sono di Valerio Minichiello.