Chi un po’ mi conosce ormai lo sa, non c’è intervista in cui non rifili la domanda a sfondo sociale all’interlocutore di turno.
Il grande interrogativo, in questi tempi di battaglie dallo scarso spazio civico, rimane sempre lo stesso.
Può la musica avere ancora quel ruolo di mobilitazione che gli veniva riconosciuto negli anni ’60 e ’70?
Non è nostalgia, quanto più una seria curiosità, la mia.
Dopo vari tentativi e anni di osservazione, che non termineranno di certo così, mi verrebbe da dire che la musica non mobilita più gli animi.
Non ci sarà brano di Motta o Florence and the Machine che ci porterà a schierarci contro l’ennesima ingiusta guerra.
I Cure non ci convinceranno a scendere in piazza per chiedere maggiore democrazia.
Pare anche che i The Giornalisti non sortiranno effetto contro le inuguaglianze che ancora oggi ci affliggono.
Però, c’è un però: il potere che la musica può avere oggi, se lo vuole, è quello di sensibilizzare.
Aprire gli occhi (passando dalle orecchie) a migliaia di persone.
Le stesse che decideranno poi in totale autonomia quale sentiero prendere, certo, ma avranno almeno la possibilità di avere un esempio.
Ecco, si, la musica oggi può dare l’esempio.
È quello che sta cercando di fare il Primavera Sound, che quest’anno ha deciso di adottare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, con lo scopo di contribuire a rendere questo Pianeta un mondo migliore.
Marketing? Non direi. Inutile? Nemmeno.
Innanzitutto, rendere visibili i famigerati SDGs e dire che questi obiettivi valgono per tutti e tutte e da tutti e tutte dipendono è già metà del lavoro.
Ma non finisce qui, perché tante saranno le attività pratiche messe in campo.
Per onor di cronaca diciamo che il Festival non è nuovo a iniziative di solidarietà, presenti già da nelle più recenti edizioni.
La vera novità è che tutte queste azioni ora avranno un denominatore comune, quello di essere inserite nella cornice della Compagna ONU sugli SDGs.
In questo modo, esse ottengono un senso pratico e immediato per i partecipanti. Come ci spiegano i responsabili:
Il Primavera Sound è la piattaforma perfetta per connetterci con un pubblico giovane e creativo, fornendo un’esperienza significativa per tutti i partecipanti che vogliono prendere parte attiva in cause che condividono, fornendo un’esperienza densa di significato per tutti gli spettatori.
Nascono così numerosissime iniziative ambientali e sociali, che si vanno ad affiancare ad altre già esistenti, per dimostrare come anche un festival di questa portata possa essere sostenibile e responsabile.
Si parte con la lotta al consumo.
Stop ai bicchieri monouso e via al riciclo delle bottigliette di plastica (ma se vi portate la borraccia meglio ancora).
Passiamo all’impegno contro la discriminazione di genere, tema ahimè tanto diffuso nel mondo della musica.
Numerose iniziative in piedi, fra cui Nobody is Normal, che agisce contro ogni tentativo di perpetuare la distribuzione delle funzioni e dei comportamenti sulla base di cosa si presumono essere “uomo” e “donna”.
Ma soprattutto, il Festival applicherà il protocollo No Callem contro le molestie e le aggressioni sessuali nei locali notturni promosso dal Comune di Barcellona.
Si prevede la formazione dei collaboratori e l’inserimento di due stand informativi per sensibilizzare i partecipanti. Lo staff di Nobody is Normal si occuperà di qualsiasi episodio che si dovesse verificare all’interno dell’area festival.
Sono poi tantissime le realtà sociali che interverranno con azioni a favore di un mondo migliore:
Save the Children parteciperà alla creazione del primo Fondo musicale per bambini, dedicato permanentemente all’introduzione di attività e programmi di apprendimento musicale per migliorare le condizioni di vita di minori che vivono in uno stato di povertà e di vulnerabilità. Chi acquisterà biglietti di concerti sulla piattaforma Redtkt potrà anche donare un euro per ogni suo acquisto.
La Food Bank di OXFAM raccoglierà le eccedenze di cibo dei ristoranti presenti per evitare sprechi di alimentari mentre Som Fundació e Apropa permetteranno a persone con disabilità intellettiva e a rischio di esclusione sociale di godersi una giornata di musica al festival.
Il Primavera Sound ha anche fatto da sponsor all’edizione 2019 di Uniraid, per la quale operatori dell’azienda hanno donato abiti e giocattoli, e ha aderito al Barcelona Forum District, un’associazione che unisce aziende, istituzioni e organizzazioni dell’area Fòrum de Barcelona per combattere le disuguaglianze sociali e per l’impegno ambientale e culturale della zona.
Ma le collaborazioni non finiscono qui: in collaborazione con Formació i Treball (Fondazione di avviamento e lavoro), il Primavera Sound stipulerà un contratto con i servizi di catering che forniranno la ristorazione per il personale e Bici Amiga gestirà i parcheggi per biciclette per i partecipanti al festival.
Insomma, il Primavera Sound ci ricorda che l’uguaglianza di genere, la protezione del pianeta e lo sradicamento della povertà dipendono da noi, nel caso non ce ne fossimo ancora accorti.
E guarda un po’, rendere sostenibile la nostra presenza su questo pianeta è possibile e anche divertente.
© Foto ufficiali Primavera Sound 2019 di Paco Amate e Christian Bertrand