Quello di giugno è il mese in cui si celebra con orgoglio la comunità LGBTQI+, ricordando i Moti di Stonewall del 1969, che segnano la nascita del movimento di liberazione gay in tutto il mondo.
Nel nostro piccolo, abbiamo voluto tingere a tinte arcobaleno anche CSImagazine, raccogliendo 10 brani in una particolare playlist per festeggiare il Pride.
Abbiamo chiesto a dieci fra artisti e band di selezionare un brano ciascuno contenente al suo interno il concetto di amore universale, privo di barriere, raccontando il motivo della scelta nel modo più personale possibile.
E quindi chi sono gli “allies” a cui facciamo riferimento nel titolo?
Secondo Wikipedia: “An ally, straight ally, heterosexual ally or cisgender ally is a heterosexual and cisgender person who supports equal civil rights, gender equality, and LGBT social movements, challenging homophobia, biphobia, and transphobia. Not everyone who meets this definition identifies as an “ally”
Partiamo!
Lei di Gianna Nannini.
Mi è sempre piaciuto sto pezzo. La super Nannini canta un bel travaglio tra obblighi di quotidianita’ e amore puro…Gran pezzo per me!
Loud Like Love dei Placebo.
Perché è una canzone di gioia semplice, come dovrebbe essere l’amore, ma è anche una canzone ricercata, con versi scolpiti nell’aria: For all of our youth / We have craved them / Their beauty and their truth / So we name them.
C’è la bellezza e la disperazione tipica di tutti gli amori giovani (e non solo di quelli) ma anche la consapevolezza della forza propulsiva e di miglioramento che l’amore porta con sé: Can you imagine a love that is so proud? / It never has to question why or how.
Prinçesa di Fabrizio De André.
Ciascun viaggio ha la sua origine nella ricerca, dell’identità, dell’amore, della quiete, tuttavia le strade si intersecano, il terreno sembra frantumarsi e il fiato spezzarsi, ma la meta è la vita autentica, che si nutre della tenacia.
È ciò che ci insegna De André con Prinçesa, una storia che ha il sapore acre della verità e racconta di una giovane donna, nata nel corpo di un uomo, costretta a portare sulla pelle le false sicurezze della madre e gli ignobili giudizi di una società, che la costringe ad una vita ai margini.
Le “Princese” non devono demordere, ma farsi portavoce di una profondità di esperienze che in molti non abbiamo conosciuto e che invece, costituisce la forza, il coraggio e la fragilità di un essere puro, scevro dalle imposizioni, che indirizza il suo sguardo alla purezza dell’essere.
Pierpaolo Lauriola
Brillantini di Tricarico.
In questa canzone di Francesco Tricarico viene affrontato il tema della transessualità. Brillantini racconta infatti del coraggio di un uomo di sentirsi finalmente donna, di una presa di coscienza del poter diventare ciò che si vuole essere a prescindere dal giudizio altrui.
“E voglio truccare i miei occhi e con gli orecchini e poi passeggiare
Così vestito da donna e mi accorgo che io sono la donna più bella
La donna più bella, la donna che voglio e sogno io nella mia testa”
Veronica
Girls like Girls di Hayley Kiyoko.
Girls like Girls è un inno che a tempo di drum machine abbatte ogni tipo di muro alzato da una società che dà per scontato che il concetto di “normale” sia un concetto immutabile e che il “diverso” sia il nemico.
Ciò che più mi piace di questa canzone non è soltanto il messaggio diretto e per nulla scontato presente nel ritornello ma soprattutto il modo di parlare di una relazione gay in termini ironici e semplici. Hayley ha avuto il coraggio di mettere da parte dubbi e incertezze per lasciare spazio ad un tipo di scrittura rivoluzionaria, che si sofferma sull’importanza di trattare questi temi in modo semplice, senza tanti giri di parole.
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All Apologies dei Nirvana.
All Apologies è l’ultima canzone dell’ultimo disco dei Nirvana, e non può non suonare come testamento del suo autore. “What else should I be?” (Che altro dovrei essere?) canta Kurt Cobain piegato sulla sua chitarra acustica nell’immagine indelebile dell’MTV Unplugged in New York.
Come a dire “basta, smettetela di giudicarmi e giudicare, imparate ad accettare voi stessi e gli altri per quello che sono”. E poi continua con “Everyone is gay” (Tutti sono gay). Provocazione massima per un pubblico ormai planetario come il suo.
Kurt nel corso della sua breve carriera ha sempre utilizzato la musica per lanciare messaggi di emancipazione e libertà, schierandosi dalla parte di chi non ha voce, o semplicemente di chi – come lui e la sua band – non si riconosceva nella faccia conservatrice e ignorante dell’ipocrita liberalismo americano.
DHELI
Bella così di Chadia Rodriguez feat. Federica Carta.
È una canzone molto impegnata e parla appunto di quello che succede alle donne con spirito di rivalsa dei propri diritti.
Le ragazze stanno bene de Le luci della centrale elettrica.
Perché è una canzone alla quale sono molto affezionato e racconta la storia d’amore tra Chiara e Sara, due ragazze.
Lo fa parlando di come queste due coscienze si inseguono nel corso del tempo, una storia piena di dettagli e difetti come tante altre, e infatti alla fine si rivolge addirittura al Padre eterno dicendo forse l’ovvietà più necessaria “Hai visto? Il loro non era un’amore poi tanto diverso.”
Masseduction di St. Vincent.
Orgogliosamente gay, St. Vincent è secondo me l’icona rock più interessante degli ultimi 10 anni. Una chitarrista eccezionale, una presenza scenica senza uguali, che ha spodestato l’egemonia dei chitarristi uomini senza ripudiare quel sano rock muscoloso.
Riff elettrizzanti che ti si inchiodano in testa, come quello di Masseduction, una buona analisi di come oggi siamo tutti inevitabilmente chiamati a discutere sulla nostra sessualità e su cosa ci fa realmente arrapare – un inno alla sessualità di massa.
Usando le sue parole “I can’t turn off what turns me on“.
FRANCO E LA REPUBBLICA DEI MOSTRI
Instant Crush dei Daft Punk + Julian Casablancas.
Per noi rappresenta l’amore universale.