Lo scorso 19 maggio è uscito “Mongoya”, il nuovo album di Oumou Sangarè, per Nø Førmat.
“L’usignolo del Mali”, come è stata ribattezzata, è un’artista che non solo rappresenta l’emersione di un concetto musicale contaminato dalle proprie origini e dalla sperimentazione europea, in particolare francese.
Ma ha anche un valore artistico intrinseco, che viene esternato e definito dalla peculiarità della sua voce.
Un sound più contemporaneo, basso portante e synth costruiscono le fondamenta per chitarre a tratti aggressive, ma che non dimentica il cuore nero di Oumou, sottolineato dagli strumenti africani come il kamele n’goni (arpa), karignan (metal scraper) e il calabash (percussioni).
Registrato a Stoccolma da Andreas Unge e prodotto a Parigi dal team di produzione A.L.B.E.R.T. (Vincent Taurelle, Ludovic Bruni e Vincent Taeger),il disco contiene anche una collaborazione con Tony Allen.
Nove i brani contenuti nell’album, ed il primo singolo è Kamelemba, presentato in Italia in première su Rai Radio 2, ulteriore conferma, se ce ne fosse bisogno, dell’attenzione da riservare ad un’artista come Sangarè.