Al Pigneto suonano le note zingare di Nosenzo
Alessandro Nosenzo - in arte NOSENZO – è un cantautore, chitarrista, compositore e arrangiatore cresciuto a Rancitelli, nel cuore della comunità rom di Pescara.
Chitarrista fin da bambino, da subito la musica lo ha fatto viaggiare attraverso mondi diversi da quello d’origine. Nel 2007 è stato selezionato come musicista per “LʼOdissea del Danubio” una crociera musicale tra i Balcani e il Danubio: una folgorazione per la sua mente creativa, che ne ha tratto ispirazione e sete di scoperta.
Negli anni l’ambiente multirazziale di Pescara lo ha aiutato a capire, a schierarsi, anche con i suoi brani, contro ogni forma di discriminazione. Il forte legame con il “suo” Abruzzo non gli ha impedito di amare e coltivare culture vicine eppure lontane, tra cui quelle rom, balcaniche, danubiane e spagnole.
Ha all’attivo un EP “Io Vengo dal Sud” prodotto dall’etichetta indipendente Cinik Records. L’EP è un misto di musica folk, gitana con note jazz e gipsy con sonorità della musica popolare dell’est Europa.
Qualche sera fa era in concerto a Na Cosetta un piccolo locale al Pigneto (Roma). Da un paio d’anni questo locale è entrato a pieno titolo nella scena live romana con una programmazione intensa (una media di 4 concerti a settimana) e di qualità. Con più di 1000 concerti all’attivo questo bistrò in via Ettore Giovenale ha fatto centro ospitando sul palco nomi noti e non. Da poco ha fondato inoltre la sua etichetta discografica indipendente, ma questa è un’altra storia.
Tornando a Nosenzo e al suo spettacolo della scorsa settimana faccio una premessa: conosco Alessandro da un paio d’anni e avevo già sentito la sua opera prima, ma ero curioso di vederlo dal vivo in un locale tutto sommato piccolo per quel tipo di musica. Aggiungo che Na Cosetta di solito è strapieno di gente e – nonostante l’acustica sia buona in tutta la sala – volevo capire la reazione spontanea degli spettatori a quel tipo di sound. Così, ho prenotato un tavolo con alcuni amici per la cena proprio davanti al palco, al centro della sala, in modo da poter vedere i musicisti e allo stesso tempo guardare intorno la reazione del pubblico.
Il set di Nosenzo è stato essenziale, ma è riuscito a ricreare le melodie giuste per quel tipo di musica con il sassofono affidato a Sergio Di Leo, con Giulia Anita Bari al violino e Renato Gattone al contrabbasso. Senza percussioni Nosenzo ha tenuto alta la parte ritmica con la sua chitarra acustica e nel giro di pochi minuti, con un pastis in mano, ci ha portato in un viaggio tra Serbia, Albania, Romania e Abruzzo scegliendo di partire dalle musiche di Paul Cantelon del film “Ogni cosa è illuminata”.
Alessandro parla e canta di musica zingara come fosse pane quotidiano, senza forzature o connotazioni politiche. Si rivolge al pubblico come fosse nel salotto di casa sua in una serata tra amici e in questo gioco di complicità rende tutti partecipi. Non serve neanche che dica o faccia qualcosa per scaldare il pubblico: è impossibile non battere le mani a tempo o non cantare insieme a lui ritornelli di una lingua sconosciuta eppure tanto simile ai nostri dialetti.
Nonostante il caldo e gli spazi stretti qualcuno inizia a ballare stregato dal ritmo gitano. I camerieri fanno bizzarre chicane tra i tavoli mentre gli assoli del sax di Di Leo si insidiano sempre di più nel poco spazio fisico rimasto nel locale. Il violino di Giulia Anita si contorce al suono gypsy balcanico toccando note bluegrass in un’attività tanto intensa e rapida nell’esecuzione che un paio di volte deve entrare in soccorso il sax per far esplodere l’assolo.
Gli artisti sul palco non provano neanche a fare la scena: “oh ragazzi questa è l’ultima eh” per poi tornare sul palco per il bis.
Il pubblico non li lascia neanche scendere dal palco, ma accetta solo qualche momento per far loro riprendere fiato e bere un altro sorso di pastis. Lo spettacolo continua per altri 3 o 4 pezzi e alla fine, trascinati da Sergio, Nosenzo e Giulia continuano a suonare e a cantare in mezzo ai tavoli nonostante i tentativi del fonico di staccare l’impianto e rimettere la musica di sottofondo.
Pare che Nosenzo sia in studio per un nuovo album, anzi promette che è “quasi pronto”… non voglio neanche pensare che casino possa fare nei live con un album in promozione.