“One Guitar”: la musica dei Mardi Gras a sostegno della ricerca sul Parkinson.
La Light of Day Foundation (LOD) da quasi vent’anni sostiene la lotta al morbo di Parkinson grazie al potere “benefico” della musica, raccogliendo fondi e contribuendo alla sensibilizzazione circa questa ed altre malattie correlate.
Persino il nome della Fondazione deve le sue origini alla musica, ovvero all’omonima canzone di Bruce Springsteen, personaggio molto legato e direttamente coinvolto nell’iniziativa.
Proprio in questi giorni si è concluso il tour annuale a sostegno delle attività della Fondazione negli Stati Uniti, dove una carovana di oltre 150 musicisti americani si è esibita in oltre 30 date tra Philadelphia, New York e il New Jersey per raccogliere fondi.
Anche i romani Mardi Gras hanno deciso di partecipare alla raccolta fondi con una cover di un brano di Wille Nile, cult rocker americano da sempre legato alla Light of Day Foundation.
La stessa band ha suonato per la LOD a Roma negli anni passati, assieme ai musicisti di Bruce Springsteen. Proprio Willie Nile ha dato la sua approvazione alla cover, perché “Siamo qua a combattere questo morbo tutti assieme“.
Da più di dieci anni attivi sulla scena romana e internazionale, i Mardi Gras in passato hanno già legato la loro musica alle attività di Amnesty International, alla Campagna per la cancellazione del debito e ad altre associazioni. Hanno realizzato tre dischi con un’ampia visione internazionale, che li ha anche portati su palchi irlandesi e negli studi di Abbey Road per terminare il loro terzo album.
Neil Young ha scelto due dei loro brani per la sua speciale classifica “Songs of the times”, dove il rocker canadese sceglieva le migliori canzoni di protesta e di pace.
I singoli “Shoes” e “Tried” li hanno visti protagonisti nel 2018 facendo da apripista a questo terzo singolo.
“One Guitar” è da oggi disponibile su tutti gli stores digitali e il ricavato delle vendite andrà tutto in beneficenza.
A corredo del brano un video diretto da Marco Gallo, con le video grafiche di Marco Castellani.