Live Report

|Live Report| Nessun Concerto in Particolare all’Astoria

Tutto iniziò con una recensione da 42/100 della sezione musica italiana di Rumore. La mia attenzione è stata attirata come una mosca dal miele e ho pensato: per aver preso così poco questo o è un coglione o un genio incompreso.

Neanche il tempo di finire il pensiero che, tra i titoli di Nessun Album In Particolare, album d’esordio di N.A.I.P. prodotto da Mamma Dischi, sono stato catturato da Attenti al Loop.

Un brano raffigurato dall’immagine di un lupo famelico che stringe tra i denti uno specchio simile a quello della strega di Biancaneve.

Dopodiché, da buon social addicted, ho condiviso una story su Instagram con la recensione di Rumore e il link Spotify alla canzone, impostando un sondaggio per far giudicare il disco direttamente ai miei followers e taggando l’artista calabrese, che ha ricondiviso la story sul suo profilo.

A quel punto ho iniziato a stalkerarlo, dicendogli che ovviamente per me era un genio e che Rumore ha fatto bene a mettergli 42 (che di per sé è un numero importantissimo essendo la risposta alla vita, all’universo e tutto quanto), altrimenti non l’avrei mai scoperto.

Lui ha ringraziato e ci siamo dati appuntamento a Torino, il 6 aprile, per la sua data piemontese.

N.A.I.P. acronimo di “Nessun Artista In Particolare”, è un progetto musicale italiano formato da una persona che fa uso di batteria elettronica, synth, loop station, chitarra e voce. I brani di N.A.I.P. sono generalmente formati da una melodia, un’armonia, un tempo e un testo.

Così si presenta Michelangelo Mercuri sui suoi canali social, in modo ironico, forse in barba alle rocambolesche infiocchettature tipiche degli uffici stampa che fanno, giustamente, il loro mestiere.

Ha trovato un modo originale di farsi notare senza effettivamente prendere parte al gioco della comunicazione e anzi, come i migliori artisti, piegando le regole alla sua personale visone del mondo.

L’entusiasmo iniziale è stato smorzato dal pensiero critico, la verità è che sono così indie che non apprezzo il genere, ma lo vado a vedere lo stesso perché ci vuole un giudizio rotondo e completo (arriva da solo col chitarrino, chiede 3.000 euro: vuol dire che è bravo).

Quindi per esprimermi definitivamente ho aspettato di vederlo live.

Fiodor

Arriva sabato sera, mi reco nel cuore di San Salvario e scendo nel Basemant dell’Astoria.

Ascolto un po’ di ottimi mix a cura di Fiodor, che scopro aver suonato con artisti come Go Dugong, dj Kahlab, Discoforticut e prodotto remix per diversi artisti tra cui YOMBE, navigando tra l’elettronica, groove hip hop e flirtando con il glitch e il cosmic tune.

Ed ecco un omone provvisto di barba e una stupenda Ibanez semiacustica dal corpo in legno. Poi una drum machine e tutta una sezione elettronica formata da loop station, mixer, synth a mo’ di torre di controllo. Infine una dotazione di ginocchia molleggiate non indifferente.

Veste un completo beige chiaro, N.A.I.P., con delle scarpette inglesi ballerine. Inizia a suonare Bravi nel Breve, si muove N.A.I.P., come un Celentano con la barba, come Forrest Gump adolescente che imita The King.

E introduce i pezzi, N.A.I.P., con la voce robotica distorta da un vocoder con la sindrome di Tourette, con un’ironia spiazzante, degna di uno Stand up comedian, e un’interpretazione che arriva direttamente dal teatro canzone di Gaber.

E poi, a un certo punto, in preda alle convulsioni salta giù dal palco e balla la break dance, e abbraccia la gente, saluta la gente, si rotola per terra con la gente.

Poi, come se niente fosse, torna sul palco e suona un altro pezzo.

Poi un altro e un altro ancora, tra schitarrate, spippoli e batteria elettronica, finché non si ferma e fa un annuncio:

“Questo brano è un brano e io sono N.A.I.P. e suono”

Suona Mercatino Musicale, N.A.I.P., e cita Calcutta, Gazzelle, Thegiornalisti, Lo Stato Sociale e Liberato dopo il quale, finalmente, ha vomitato metaforicamente.

Il pubblico ride, applaude e, dopo non aver creduto ai propri occhi durante la performance di danza, non crede alle proprie orecchie.

Poi ricomincia, introducendo All’alba di questo Natale, traccia che conclude il disco, con una lunga sequenza musicale che sfocia nella colonna sonora di Twin Peaks firmata dal maestro Badalamenti, e il pubblico si stringe in un abbraccio, si commuove.

Un altro salto e siamo tra le atmosfere Rave Techno Hardcore, con una cover dei The Prodigy mixata a This is America di Childish Gambino.

Il pubblico si muove, inizia a ballare, si prende bene il pubblico.

Sul più bello il concerto finisce e N.A.I.P. scende dal palco, fra gli appalusi e i complimenti. E come ultimo gesto Michelangelo bacia la fronte di un ragazzo.

C’è del Nobraino e Iosonouncane nei testi, c’è una sperimentazione vocale che ricorda A Capello dei Verdena, e della follia di PoP_X, tutti elementi che convergono il giudizio finale verso una sola accezione: genio.

Di Mattia Muscatello

Foto di Federica Da Lio