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Manupuma a “Cuor leggero”, l’intervista alla giovane realtà musicale femminile

Dopo l’esordio che l’ha consacrata come una delle realtà più originali della scena musicale femminile, Manupuma torna con Cuore Leggero, nuovo album autoprodotto che include canzoni recenti e brani già registrati in passato, ripresi e ricantati per questa nuova release.

Cuore Leggero è scritto insieme a Michele Ranauro, in arte De Maestro, musicista e produttore raffinato di stampo jazz, al fianco di Manupuma sin dagli esordi. La produzione è affidata invece a Taketo Gohara, produttore e arrangiatore nipponico che da anni lavora con alcuni dei più grandi artisti della scena musicale italiana da Brunori Sas a Elisa, da Biagio Antonacci a Motta passando per Negramaro e Capossela con il quale vanta una collaborazione consolidata.

L’abbiamo incontrata e ci siamo fatti raccontare la genesi di Cuore Leggero.

 Cuore Leggero è il tuo nuovo album che esce a distanza di quasi dieci anni dal precedente lavoro, cosa ti ha tenuta lontana dalla musica tutto questo tempo?

In questi dieci anni, non ho mai smesso di pensare e stare con la musica, ho continuato a cantare ma, a differenza del primo album, questo secondo lavoro è una raccolta di brani di periodi diversi della mia vita. In questi dieci anni ho fatto anche altri lavori per pagare lo studio di registrazione, i musicisti, ecc, costi che si sostengono quando ci si auto produce. È stata una bella sfida che mi ha fatto bene alla testa e all’anima.

L’album include canzoni recenti e brani registrati in passato, ripresi e ricantati. È cambiato il tuo modo di scrivere negli anni? Se si come?

Il mio modo di scrivere è rimasto sempre lo stesso sono cambiate, però, le cose che mi ispirano. Per la produzione dell’album ho coinvolto Taketo perché conoscevo la sua sensibilità. Durante il nostro primo incontro gli ho fatto ascoltare diversi brani e ci siamo trovati subito d’accordo sui pezzi da lavorare. Il lavoro in studio è stato molto costruttivo, Taketo è stato molto attento ai dettagli dei suoni, della voce, delle atmosfere. Il Noise Factory di Milano è un luogo fantastico dove registrare soprattutto per le belle e brave persone che ci lavorano.

Attrice teatrale prima e ora cantautrice, come sei passata dal teatro alla musica?

Ho  iniziato studiando teatro, sono rimasta colpita da una performance del Living Theatre quando frequentavo l’Accademia di Brera, ho poi fatto parte di una compagnia teatrale di ricerca per diversi anni; ho studiato diversi metodi di interpretazione perché mi interessava integrarli come performer, ho cominciato poi a lavorare molto sulla voce e sul canto, ho studiato con Nair a Gonzalez e successivamente con Danila Satragno e posso oggi dire che gli studi teatrali mi hanno aiutata a sbloccare la voce e a iniziare a scrivere.

Allora non pensavo di diventare cantautrice ma cercavo un linguaggio di ricerca trasversale, tra la voce, le parole, il ritmo e la recitazione. Ho esordito per la prima volta come cantautrice nel 2009 a Musicultura.

L’album lo hai scritto insieme a Michele Ranauro, ci racconti come si scrive un album a quattro mani?

Ho iniziato a lavorare con Michele Ranauro all’inizio del mio percorso musicale, abbiamo vissuto tanti anni assieme, creavamo dai Jingle per la pubblicità, alle canzoni, a ogni genere di colonna sonora. Lui mi ha aiutata molto nella trasformazione della mia scrittura in musica, tra noi c’era un’intesa quasi magica, ci capiamo all’istante e insieme abbiamo veicolato le nostre esperienze e i nostri studi per creare mondi sonori e visivi come nell’album Cuore Leggerodove a noi si è unito Taketo Ghoara.

 

Nel brano “Neve”, estratto dall’album Cuore Leggero, racconti di incontri karmici, quanto questi incontri hanno influenzato la tua musica?

Sono stati importanti.

Cuore Leggero è un album per certi versi “mistico”, sei d’accordo?

È un album con tante sfumature, ogni pezzo ha una sua vibrazione e un colore, non so dirti se è mistico ma sicuramente è una parte di me.

Il cuore di Manupuma, in questo periodo, è leggero?

Direi di si

I titoli dei tuoi brani fanno spesso riferimento alla natura, c’è una ragione?

Spesso i titoli della natura fanno riferimento al tipo di mondo sonoro che ha la canzone.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Ho amato a sfinimento Janis Joplin e tante altre cantanti pazzesche di epoche e generi diversi; traggo ispirazione da qualsiasi cosa mi arrivi all’anima e non attingo solo dal mondo della musica ma spesso anche i film sono per me fonte di ispirazione.

C’è qualcosa che avresti voluto dire/raccontare del tuo nuovo album ma che nessuno ti ha mai chiesto?

 Mi piacerebbe che a questa ultima domanda rispondessero le canzoni e le atmosfere dell’album, ci sono tante cose non dette tra le note e le parole, sono  quelle percepite dall’inconscio di chi ascolta.

Grazie Manupuma!

Grazie a voi.