Lydia Lunch, un pezzo di storia della musica no-wave, ha appena concluso il suo tour europeo. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederla in un posto in cui la storia della musica riecheggia all’infinito, il Museo del Rock di Catanzaro.
Lydia Lunch appartiene di diritto a quella categoria di essere umani definiti inetichettabili, è riuscita a lasciare un segno con la sua musica libera da canoni espressivi e assolutamente priva di ambizioni mainstream.
Alla fine degli anni ’70 un certo Brian Eno entra in contatto con una New York ancora più alternativa di quella vissuta e descrittagli.
Era la scena post punk, dove la voglia di sperimentazione musicale, la volontà di andare contro il sistema era tutt’altro che morta.
In mezzo a questo fervore intellettuale c’era una giovanissima Lydia Lunch che guidava i Teenage Jesus & The Jerks. Eno decise di iserire tre loro brani insieme a canzoni dei Contortions, Mars e DNA in un disco che passò alla storia diventando il manifesto della scena musicale newyorkese No Wave : “No New York“.
Il papà del Museo del Rock di Catanzaro Piergiorgio Caruso, questo periodo storico lo conosce benissimo e per introdurla dopo l’apertura dei Meet For Dogs, lo racconta con trasporto e dettagli inediti per molti dei presenti venuti ad osservare da vicino quest’iconico personaggio.
La bellezza del pubblico presente è stato un altro di quei fattori che ha reso unica l’occasione di vivere un live simile. Dal darkettone sedicenne venuto a vedere una lezione di storia all’ex ribelle ormai nonno.
In mezzo gli immancabili critici, diversi amanti della musica rock e qualche fan emozionatissimo alla sola idea di trovarsi Lydia Lunch di fronte, tutto questo in un museo.
Con il progetto Big Sex Noise, Ian White (batteria) e Daniel Cherney (Basso), un bicchiere di vino ed un ventaglio, Lydia ha metaforicamente travolto tutto quello che era davanti a lei. La sua voce tagliente, i ritmi isterici e una personalità disarmante hanno regalato a tutti i presenti una sana dose di anarchia, di libertà alla quale da queste parti non siamo proprio abituati.
«Sono nichilista, antagonista, violenta e orribile, ma non ancora obliterata.» (Lydia Lunch)