Una nuova collaborazione ha visto la luce in questo 2018, ossia quella con TotoSound Records che ci permette di saperne di più sulle sue domeniche pomeriggio con i silent concert, tè e dolci artigianali di Tea@TotoSound. Gli apripista di questa nuova avventura sono stati i Lontano da qui.
Una chiacchierata a tre, pensavo di parlare solo con Elisa (Castells, voce e percussioni), invece a sorpresa mi ritrovo anche Matteo (Uccella, chitarra) e il più silenzioso Michele (Bellanova, chitarra). I Lontano da qui hanno un nome che vuole rimarcare l’idea di portare il pubblico “lontano” grazie ai diversi generi suonati. Matteo mi spiega che nei primi anni di carriera hanno suonato solo cover di musica genovese, siciliana, brasiliana, portoghese. Poi hanno deciso di mantenere comunque il nome, a loro piaceva e si trattava alla fine sempre di “trasportare” il pubblico in un’altra dimensione.
E quella in cui si sono trovati nella sala di registrazione di TotoSound Records è una dimensione assai particolare. I Lontano da qui hanno avuto l’onore di essere i primi a raccontarmi come si articola il Tea@TotoSound. “Un’esperienza molto positiva – dice Elisa – era anche la prima volta che ci capitava un silent concert. Si è trattato di un live molto intenso, di circa un’ora, anche perché di più forse non era il caso. La cosa più bella è stata l’attenzione altissima da parte del pubblico. Abituati a suonare nei pub tra chiacchiere e casino, ci si lascia facilmente distrarre. Ma in questo caso non è successo“.
Matteo aggiunge che è un’occasione che dà valore alla musica, oltre ad essere una grande prova per i musicisti. Perché non si tratta solo di un live, il Tea@TotoSound è anche una sessione di registrazione vera e propria. Si fa un sound check approfondito e si sta super concentrati per non compiere errori.
Elisa mi spiega che, dopo il sound check, arriva poi il pubblico che si siede, si prende té e dolcini, si mette le cuffie e da lì tutti sono pronti per far partire il live.
L’ambiente che si crea è molto familiare ma molto professionale al contempo, con un numero giusto di persone e tanti strumenti sul palco ad accompagnarli. Mi dice anche di quanto siano rimasti contenti della qualità del suono, tutto era davvero ben equilibrato. E concordano nel sostenere che un’esperienza del genere o la si cura nel dettaglio oppure rischia di essere tutt’altro che piacevole.
Ma come sono finiti i Lontano da qui nella sala di TotoSound Records? Hanno partecipato al Premio InCanto, organizzato da L’asino che Vola e Bright Crew – Contenuti Visivi. E tra i premi da loro vinti, c’era anche il “Premio TotoSound“, che consisteva nella realizzazione di un video professionale con l’audio del live a Tea@TotoSound.
Questa è stata, inoltre, un’occasione di interazione diversa con il pubblico rispetto alle altre. Perché, come mi dice Elisa, i loro concerti sono molto energici e difficilmente riescono a stare fermi, perciò era tutto un cascare di cuffie. Temevano di deconcentrarsi e di trovare distacco con la gente per via di questa nuova modalità. Invece i presenti si sono sentiti molto coinvolti e si è creata una bellissima atmosfera.
Una delle prime cose che mi viene da chiedere ad Elisa riguarda la scelta di cantare in romano, pur essendo toscana, e di farlo soprattutto in mezzo a due romani.
“Ormai ce l’ho nelle orecchie dopo tanti che vivo Roma – dice ridendo -, spero anzi che adesso la mia pronuncia sia migliorata“. In generale, amando la musica popolare, le piace cimentarsi anche con altri dialetti, in particolar modo con quello siciliano e genovese.
E il genovese mi fa pensare subito a Fabrizio De André che tutti, soprattutto Matteo, amano particolarmente. Il nuovo disco, che uscirà forse a novembre, sarà una miscela di tutte le esperienze precedenti insieme a tante sperimentazioni, senza però togliere spazio alla musica popolare. Matteo sottolinea quanto siano interessati all’aspetto fonetico: ogni dialetto ha una sua musicalità e si abbina a un certo suono.
Dopo tanti anni a suonare cover, negli ultimi 3/4 anni hanno cominciato a scrivere musica inedita, sentivano di voler comunicare loro esperienze.
“Soprattutto perché – ironizza Matteo – siamo tutti usciti in da storie d’amore non esattamente a lieto fine e quindi avevamo molto materiale a disposizione“. Questa è una delle differenze, continua Matteo, con il primo album (l’omonimo “Lontano da qui” uscito a gennaio 2017 e distribuito da Maqueta Records), che è a livello testuale.
L’altra è a livello musicale, in quanto il primo è molto più folk, con tanto violino e clarinetto. Il secondo mi dice Matteo essere più “mainstream“, leggermente più sul versante pop-indie. Ci sarà più batteria rispetto al primo e sarà accompagnata anche da altri strumenti come tromba e trombone. Genericamente il nucleo creativo è sempre formato da loro tre, anche se spesso si trovano a essere in più elementi.
I Lontano da qui sono un misto di canzone d’autore romana alla Daniele Silvestri, Mannarino, Il Muro del Canto, con sonorità latine e brasiliane in particolare. Questo è dovuto ai diversi ascolti dei tre elementi, dove la passione latina di Elisa si fonde con quella per Fabrizio De André e il cantautorato di Matteo e con quella per il folk inglese di Michele, generando un sound tutto particolare. Sono felici di come il cantautorato romano indipendente e di qualità stia avendo più successo di pubblico e di critica. A riguardo, Matteo cita l’esempio di Mirkoeilcane come una conquista da parte di questa categoria.
A Elisa piace che l’anima del suo gruppo sia molto allegra e passionale. I Lontano da qui sono molto dinamici e riflessivi allo stesso tempo. Adorano coinvolgere il pubblico e mettere ritmo nei loro brani: questa è la loro forza, la loro caratteristica. Dalla quale è difficile non rimanere coinvolti.