Ci piace sempre tanto l’Ohibò, anche se è un po’ lontano da tutto: dai barettini di Isola, dalle movenze dei Navigli e dal gorgoglio di Città Studi. Ci piace perchè all’interno ci si scalda, perchè ci sono i nordafricani che giocano a biliardo tutto il tempo, per gli amari che ogni volta che ne chiedi uno cambiano prezzo (nota bene: un Montenegro doppio costa dai 4 ai 9 euro, un po’ a simpatia). E poi, non da meno di tutto il resto sopra elencato, una programmazione che nessun altro sembra in grado di proporre, stasera le I’m Not A Blonde.
Se si potesse identificare lo strano genere che possa catalogare queste due ragazze milanesi, sarebbe qualcosa come electro-grunge, per le due forze potenti e contrastanti che le rappresentano.
L’ elettronica (che Chiara Castello ha ben imparato, memore dell’esperienza precedente dei 2Pigeons, in duo con Kole Laca), che si mischia con naturalezza estrema ad influenze rock. Un’aggressività che forse si sarà persa un po’ nel loro secondo disco, ma certamente non nei live, dove si dimostrano sempre concentrate, coinvolgenti e dirette. Niente fronzoli, nè movenze da sirene (talvolta un po’ tipiche dell’accoppiata donne e synth): solo tanta voglia di scatenarsi, suonare e dimostrare di saperlo fare piuttosto bene.
Un live serrato, sincero, di quelli che in un periodo di basi ed autotune mancano ad una Milano sempre più (musicalmente) fredda.
La delicata Daughter e la carica Peter Parker, un mondo a tinte pastello e luci stroboscopiche in cui è facile immergersi e perdercisi. Come fu al Biko di Milano, all’inizio di questo tour, un pubblico di pochi intimi, attenti, colleghi musicisti e volti più o meno sempre noti nella Milano di concerti e cocktail annacquati.
Loro perfette, che quasi ci mancheranno, anche se in fondo nella città meneghina le abbiamo viste parecchie volte. Peccato per chi se l’è perse. Esemplari.
di Smoking Area
foto di Franco Moret