Live di suoni forti quello del 24 novembre al Locomotiv di Bologna.
La coppia Gomma + Nothing “suona strana” a molti, ma regala una serata molto piacevole.
I primi ad esibirsi sono i Gomma, gruppo giovane, italiano, con una personalità unica nel suo genere ed un carattere piuttosto introverso.
Partono con uno dei loro pezzi più carichi e significativi, ‘Arrendersi’: “Soffochiamo nel buio degli impulsi, prendiamo aria solo arrendendoci / scompariremo tra gli impulsi, riappariamo solo con la resa” recita il ritornello, raccontando di un disagio relazionale.
La band ci presenta sia brani del primo album che più recenti come ‘Sottovuoto’, ‘Verme’ e ‘Vacanza’ che “è impossibile da riprodurre come l’abbiamo registrata nel disco e sarà suonata in versione più intima” dice Ilaria, la frontwoman.
In un momento di silenzio sono loro stessi a rivelare il loro carattere e ad ammettere che tra un pezzo e l’altro sono presenti molti tempi morti.
“Scusateci ma non siamo grandi intrattenitori” dice il chitarrista e quando qualcuno grida “Bis!” risponde ironico: “Ma quale bis, ci sono i Nothing!”.
Ilaria indossa una giacca lunga e degli stivali con grande stile e mentre canta tiene in mano un cicchetto alcolico prima e una lattina di birra poi.
Un po’ tutti rimaniamo colpiti dal cambiamento del suo timbro vocale rispetto ai tempi del tour del primo cd: c’è a chi piace di più, a chi di meno e chi sostiene sia diventato un cantato più “comune” e meno riconoscibile.
Durante il cambio palco tra i due gruppi è curioso ascoltare i pareri della gente sulla loro performance. Capisco che le percezioni sono estreme: insomma, o li ami o li odi.
La serata prosegue sulla scia del noise e salgono sul palco gli americani Nothing.
Da subito ci scaraventano nelle orecchie il loro muro di chitarre ed un suono corposo, violento.
Mentre accorda la chitarra, Dominic Palermo, la star della serata, ci diverte raccontandoci aneddoti di questo lungo tour europeo, ed in particolare della loro avventura nel nostro Paese.
Ci dice che sua mamma è contentissima che sia venuto in Italia e gli chiede continuamente di mandargli selfie con tanto di descrizione del posto in cui si trova, o che lungo il tragitto si sono fermati in un bar ad Udine a bere l’amaro Averna.
I quattro musicisti danno il meglio di loro e ci regalano botte di adrenalina musicale noise, rock, grunge, a volte con sfumature metal, ma alternate a qualche pezzo un po’ più lento, vagamente dream pop.
Chiudono con un’esecuzione di notevole impatto di ‘Eaten by Worms’, durante la quale Dominic, con le luci puntate addosso, si attorciglia gradualmente col cavo della chitarra all’asta del microfono, grida e ci regala un grande spettacolo.
Il bilancio è di un gruppo sorprendente che probabilmente rende di più dal vivo che con un ascolto su cd. Peccato per chi se lo sia perso, ci voleva proprio un concerto così.