Murubutu è uno di quegli artisti che meriterebbe un’etichetta particolare come quelle specie in via di estinzione che per colpa dell’uomo rischiano di scomparire.
Come per le specie protette, infatti, il rapper emiliano meriterebbe uno status particolare dato che il suo ecosistema (il mercato discografico, l’attuale sistema di diffusione della musica ecc.) viene minacciato da troppa musica costruita per soddisfare orecchie poco impegnate e tormentoni estivi in una lotta per la sopravvivenza a suon di algoritmi sulle piattaforme di streaming.
la differenza sostanziale rispetto a qualsiasi campagna animalista o specista è che Murubutu, dell’ecosistema attuale della musica italiana e musica rap in particolare, se ne frega proprio e anzi. Quasi in maniera provocatoria, stante la superficialità di tanti testi che oggi trovano spazio nei primi posti in classifica di Spotify, il prof. Alessio Mariani si è presentato ad inizio marzo con un nuovo disco: La vita segreta delle città un concept-album incentrato sul tema della città e ispirato ai racconti di Walter Benjamin, Virginia Woolf, Honoré de Balzac, James Joyce, Italo Calvino, Federico Pace e che incrocia le strade di Erica Mou, Dia, Alborosie, Ivana Lcx, Dj Craim, Dj Caster, Davide Shorty, Danno, Elisa Aramonte.
Il risultato è sorprendente: in 15 tracce Murubutu riesce a raccontare grandi e piccole storie urbane incentrate sulla gentrificazione, sull’esclusione/inclusione, sulle periferie (intese come lontananza da un “centro” in termini sociali, economici, di potere) e sul viaggio da e per una città.
Città in cui vivere, città in cui essere costretti a vivere o a fuggire. Città dove le persone si incontrano, si scontrano e a volte si innamorano dell’altro, dell’altra o della città stessa.
Ma forse solo lui può spiegare l’essenza della città e di questo disco nel virgolettato presente sul comunicato stampa di lancio del disco:
La città è un libro di pietra su cui scivola la storia, ma mi piace immaginarla anche come un organismo vivente e senziente, capace di concertare il destino degli uomini. Ho voluto raccontarla dalla prospettiva di un flâneur, un osservatore che si perde tra le sue strade per coglierne l’essenza e indagare le dimensioni più nascoste.
Lo sguardo che innerva il disco va a caccia dei dettagli e delle sfumature, interrogandosi sulle dinamiche degli spazi in cui l’umanità fiorisce e appassisce, e cercando di coglierne gli aspetti inosservati, i percorsi ignorati: la vita segreta delle città”
Nonostante i presupposti che potrebbero far pensare a musica pesante, trafitta da prese a male, malinconica e cupa, il disco e il concerto si presentano in maniera tutt’altro che grigia.
Nel live della scorsa settimana a Largo Venue abbiamo visto l’artista circondato da musicisti talentuosi, divertenti e irriverenti che accompagnavano le storie di Murubutu come fossero un tappeto volante che fluttuava sopra la città di Roma.
Quando ho intervistato Murubutu nel 2019 (era l’anno del disco “Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli” e poco dopo sarebbe uscito “Infernum” con Claver Gold), ad un certo punto siamo finiti a parlare di scuola ed educazione dei figli e modelli da seguire. E mi disse:
La cosa più importante secondo me è dare loro (figli, ndr) degli strumenti di lettura rispetto a certi contenuti affinché non subiscano il fascino dei modelli di vita che vengono propagandati nella trap. Strumentarli rispetto alla eccessiva superficialità dei contenuti e dei sentimenti che spesso la trap sembra veicolare. Come per molte altre cose non credo nella repressione ma credo sicuramente nell’importanza di dare un certo tipo di formazione, quello che provo a fare con i miei figli.
Sono passati sei anni e il suo concetto di rap didattico e forse anche pedagogico è ancora valido e vivido.
Ripensandoci Murubutu non ha bisogno di nessun status speciale di specie protetta: con la sua musica e i suoi testi, contro tutti e tutto, lotta ogni giorno in classe e su un palco per raccontare le sue storie e per rimanere dalla parte giusta della Storia.
Inoltre, nonostante non si sposi alla perfezione con l’algoritmo delle piattaforme in streaming e fuori dall’hype attuale del genere musicale, il disco La vita segreta delle città nella prima settimana di uscita si è posizionato al 4° posto della classifica dei vinili più venduti in Italia e al 28° posto nella classifica generale degli album, secondo i dati ufficiali FIMI. Un successo che si riflette anche nell’entusiasmo del pubblico, con le prime tre date del tour – Palermo, Torino e Roma – già sold out in prevendita.
Da ascoltare in cuffia e da vedere e rivedere dal vivo se si ha l’opportunità.
Murubutu sarà l’11 aprile a Bologna e il 12 a Firenze; mentre a maggio sarà a Molfetta (il 9) a Napoli (il 10) e a Milano (il 17). E per chi se lo fosse perso a Roma, per distrazione o per colpa del sold-out, il rapper tornerà a Roma per il Super Aurora Festival il prossimo 21 giugno.
Foto di Giulio Paravani