Non bisogna mai perdere l’occasione di ascoltare nuove sperimentazioni musicali, soprattutto se il locale dista qualche minuto a piedi da casa tua e si tratta di musica francese che difficilmente si ascolta spontaneamente. Perciò il 4 novembre, nei meandri de La Cave aux Poètes di Roubaix, ho scoperto La Récré, accompagnati in apertura da Quantum Quantum.
La serata decisamente uggiosa non mi ha impedito di fare due passi per raggiungere un club di tutto rispetto in una cittadina che invece, purtroppo, non gode di quella fama di sicurezza e benessere. La Cave aux Poètes, attivo da 28 anni sulla scena underground di Lille e dintorni, è uno di quei posti che, insieme ad altri, rappresenta il riscatto di un luogo che è troppo spesso protagonista dei notiziari francesi. Anche se sembra strano pensarlo, dato che questo nome è legato a quello di Parigi per la famosa corsa ciclistica. Giusto per fare un po’ di chiarezza circa la geografia delle Fiandre francesi, della città metropolitana di Lille fanno parte diverse cittadine. Tra queste spicca la ridente Roubaix, 96.000 anime ubicate tra la Francia e il vicino Belgio.
Il locale è piccolo e intimo, ma soprattutto decisamente pieno per un giovedì sera. Ci si rannicchia tutti davanti allo pseudo-palco per ascoltare i Quantum Quantum, band spalla locale di giovani musicisti. I ragazzi propongono un pop psichedelico, forse un po’ troppo debitore dei synth dei Tame Impala e delle melodie degli Air. Ad ogni modo il pubblico in sala sembra gradire e, nonostante qualche intoppo tecnico, i Quantum Quantum mostrano una certa serena professionalità nel procedere con la loro esibizione. Di norma, se salta una delle due tastiere, ho visto gente reagire mangiandosi il fonico dal palco. Ma si sa che la calma non è una virtù posseduta dai più, in particolar modo da molti musicisti.
Intanto prima, durante e dopo i live le chiacchiere sono accompagnate dalla variegata selezione di dj Sir Keith, che scivola gradevole come sottofondo ai sorsi di birra belga che, nonostante il freddo, è sempre un piacere bere.
Cambio palco veloce e la presenza di Émile e Cédric si fa subito sentire. Scherzosi e rilassati, i due de La Récré mostrano una certa scioltezza e un savoir faire anche a livello di intrattenimento del pubblico. Il loro jazz è giocoso, dinamico, talvolta fa l’occhiolino alla psichedelia, mentre altre volte gioca con punk e hip hop. Ci sono registrazioni di contributi, come quello del vocalist del duo giapponese Ghost In the Tapes in Onegai.
I La Récré scherzano sull’impossibilità di avere sempre presente l’artista per poter duettare dal vivo e non lesinano battute anche sulla loro performance del pezzo che ha disatteso le aspettative. Per lo meno le mie, dato che era il pezzo che aveva solleticato di più la mia curiosità. Un tocco di rap giapponese su base jazz non capita certo di sentirlo tutti i giorni.
Il duo suona il suonabile dato che all’attivo hanno solo due EP (La Récré e Ne penser à rien) e il disappunto collettivo del pubblico non tarda a farsi sentire, seppur bonariamente. La ricreazione, promessa intrinseca nel nome della band, è stata esattamente tale. Un momento di svago tra risate e buona musica in un club che ha sempre quella particolarità di farti sentire a casa. A prescindere da dove tu provenga.
di Ilaria Sgrò