Abbiamo fatto due chiacchiere con Kim Ree Heena, uno dei protagonisti di RocKm0, che martedì 21 agosto chiuderà la prima serata del festival nel cuore delle montagne calabresi.
Kim Ree Heena è Alessio Calivi, musicista originario della provincia di Reggio Calabria che per diversi anni ha portato avanti un progetto di alternative rock rigorosamente cantato in italiano. Chitarre in primo piano, un linguaggio diretto, senza censure, e un forte debito ai territori del post rock e della psichedelia. Il tutto condensato in due dischi e in una serie di inediti che avevamo avuto modo di apprezzare su You Tube.
Due anni fa Alessio Calivi ha deciso che era arrivato il momento di spostare la sua ricerca musicale verso i territori dell’elettronica. È nato così un progetto parallelo con il nome Kim Ree Heena, nel quale, senza mai abbandonare del tutto le chitarre elettriche né soprattutto l’uso della lingua italiana, Alessio sperimenta territori sonori nuovi e costruisce intorno un progetto che non è solo musicale, ma si avvicina ai territori della “performance”. I live di Kim Ree Heena sono infatti accompagnati dalla proiezione di visual, immagini astratte e distopiche create appositamente per ogni suo singolo brano.
In attesa di gustarci il suo spettacolo presso l’Abbazia di San Giovanni in Fiore, gli abbiamo fatto qualche domanda.
Come e perché nasce Kim Ree Heena?
Kim Ree Heena nasce dall’idea di musicare un film di Tarkovskij, un’idea che avevo condiviso con altri amici musicisti. Successivamente ho deciso di non fermarmi all’episodio singolo della sonorizzazione, ma di dare vita ad un nuovo progetto che avrebbe potuto avere uno sviluppo e una sua nuova vita. E anche per questo ho deciso di non utilizzare immagini già edite, ma di creare qualcosa di nuovo, che nascesse proprio a partire dalla mia musica. Dal momento che, come Alessio Calivi, provenivo da un mondo ascrivibile all’alternative rock, e avendo comunque anche una grande passione per l’elettronica, ho provato a mettere insieme le due cose. Sentivo che nel mio percorso musicale mancava qualcosa e ho provato a riempire quel piccolo vuoto che sentivo facendo solo rock alternativo.
Kim è una sorta di tuo alter ego, o sbaglio?
Cosa c’è in Kim di Alessio? E cosa c’è in Alessio di Kim?
Esatto, Kim è una sorta di alter ego di Alessio. Alla fine, come dire?, tutto fa parte di Alessio. Kim Ree Heena è una parte di Alessio Calivi, è in realtà la parte più misteriosa di me. Con Kim riesco a tirare fuori, tramite alcune tipologie di suoni, delle sensazione e delle emozioni che, secondo me, non si riesce a tirare fuori esclusivamente con le chitarre elettriche. Quindi quelle parti di me ancora più sensibili, e in qualche modo più buie e nascoste, prendono migliore forma con dei pad elettronici, ossia con dei sottofondi, con dei rumori.
Il tuo primo disco come Kim Ree Heena, uscito questa primavera, è un EP autoprodotto che contiene 4 brani [lo aveva recensito per noi Federico Laratta qui]. La tua produzione con questo nuovo progetto conta però già molti altri pezzi. Cosa ti ha spinto a scegliere questi quattro?
Ho scelto proprio questi quattro brani non solo perché sono quelli di ultima produzione, ma anche perché ritengo che, all’interno di tutto il complesso dei pezzi che ho, abbiano un filo sonoro logico, con un inizio e una fine. Il sound di questi quattro brani è molto legato tra di loro. Quindi ho pensato avesse un senso metterli insieme. Gli altri brani che sto producendo come Kim Ree Heena hanno anche altre tipologie di suoni, che ho preferito non mescolare nel disco. Poi dal vivo sentirete che invece la scaletta è ampia e al suo interno ho la possibilità di spalmare tutti i brani composti, creando diversi tipi di atmosfere.
Il progetto Kim Ree Heena si distingue, a mio avviso, per una particolare cura dei dettagli, anche in ciò che ruota intorno alla musica. Mi riferisco non solo ai visual che accompagnano i tuoi live, ma anche ai videoclip, alla grafica e ai materiali promozionali…
Dietro Kim c’è anche la volontà di dargli un vestito particolare. Ma questo, ci tengo a precisare, non significa che ci sia un’intenzione di rendere il progetto ancora più particolare e in qualche modo “alternativo”. Anzi, per me Kim Ree Heena è un progetto che può rivolgersi anche ad un pubblico più ampio, ad ascoltatori non solo di area, per così dire, “alternative”. Per creare questo vestito, sì, c’è dietro il lavoro di alcuni artisti che sono anche amici: Toni Zappa cura da sempre la grafica dei miei progetti, incluse le copertine degli album che ho realizzato sia come Alessio Calivi che come Kim Ree Heena. Di questo EP abbiamo realizzato anche una tiratura limitatissima in vinile, che permette di apprezzare ancora meglio il suo lavoro. Toni mi ha affiancato fin dal primo momento, realizzando anche la maggior parte dei visual che accompagnano i live. Successivamente è subentrato anche il lavoro video di Salvatore Insana, che ha realizzato il videoclip del primo singolo, “Come rinascere (Kim)”, e quello di “Drunk”. Le foto promozionali ufficiali sono invece di Pasqualino Caparello (aka LeCap).
Sei reduce da un festival in Toscana e presto parteciperai ad uno dei più grossi e longevi festival calabresi…
Sì, a inizio agosto sono stato ospite del Gora Summer Festival, in provincia di Grosseto, un festival realizzato all’interno di uno spazio naturale bellissimo, recuperato lì dove prima c’era una miniera dalla quale si estraeva il “latte di Luna”, una polvere sottile che ha causato malattie e spesso la morte di tantissimi operai. E il festival nasce proprio con l’intento di ricordare questa tragedia. Anche il Joggi Avant Folk, dove suonerò venerdì prossimo, il 17 agosto, ha alla base il sostegno di precise idee, anche politiche. Non a caso l’ospite d’onore di questa edizione sarà una band palestinese, i 47 Soul.
I festival sono una bellissima esperienza e sono molto importanti perché ti danno la possibilità di avere un pubblico ampio, ma soprattutto vario. Si ascoltano tante cose (anche di diverso genere) e poi tu magari puoi essere la sorpresa di quella sera per qualcuno degli spettatori. Ho partecipato da fan a tantissimi festival e ora suonarci è naturalmente ancora meglio.
Cosa ha in serbo Kim Ree Heena per il futuro?
Il prossimo passo sarà senz’altro la realizzazione di un disco. E in questo prossimo lavoro penso che proverò a mettere dentro tutto quello che ho accumulato musicalmente nella mia vita, come ascoltatore e come musicista. Sarà un lavoro particolare, faticoso, lo so già, ma all’interno del quale ci saranno tante sfaccettature, non solo l’elettronica.