Mercoledì 19 febbraio esce “Due ragazzi due ragazze”, il suo nuovo singolo.
Riccardo Inge, cantautore milanese indie pop, ci ha incuriositi per la sua ironia, così ci abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
Riccardo, per iniziare ci racconti un po’ di te?
Sì! Io sono un ingegnere che fa il cantautore e un cantautore che fa l’ingegnere, come mi piace sempre dire anche ai concerti. Questo progetto sotto lo pseudonimo di Riccardo Inge è nato quattro anni fa e si basa sul voler raccontare, senza inventare nulla chi sono e quello che faccio. In tutti questi anni la gente ha visto solo una parte di me, mentre voglio raccontare la mia parte più nascosta. La musica fa parte di me.
Ho immaginato di raccontarmi non solo attraverso la musica ma anche attraverso i vestiti: ho iniziato quindi a creare anche su questo piano. Da un tentativo siamo arrivati a veri e propri outfit. C’è chi mi critica per questo, perché lo vede come qualcosa che distoglie l’attenzione dalla musica, io penso che se ne stiamo parlando qualcosa smuove!
Il cliché dell’immagine di ingegnere vi vuole seri e “quadrati” … Poi ti ascolto e penso che hai scritto un brano che si chiama In Equilibrio e mi sembra di trovare la via d’uscita al luogo comune… Che ne pensi?
Sì, io con questo progetto mostro la mia anima, chi sono davvero, anche con il coraggio di mettermi in mostra. Ho iniziato questo percorso da solo, poi ho costruito una vera e propria band: sono persone che partecipano alla vita musicale del progetto e non dei turnisti. Piano piano mi sto appoggiando a persone che possano aiutarmi a migliorare e a crescere. Un domani mi piacerebbe mettere su una crew di persone fidate. Sto aspettando il salto.
Il tuo ultimo singolo, Abbiamo preso l’Influencer, è marcato da una buona dose di ironia, ma contiene allo stesso tempo una denuncia ad un mondo che si basa più sull’apparenza che sul contenuto. Pensi che questa “influenza” abbia attaccato anche il mondo della musica?
Assolutamente, tutti compreso il sottoscritto… Nelle canzoni non voglio fare nessuna morale, racconto cose che sto vivendo io stesso sulla mia pelle. Sono il primo a sentirmi un po’ malato di questi social. Sicuramente ci sono persone a cui viene naturale raccontarsi con questo strumento, ma non è possibile che sia così per tutti. Rispetto alla musica, io porto avanti questo progetto con entusiasmo e tanta voglia di fare. Ho la presunzione, che non riesco a levarmi, di avere qualcosa da dire. Allo stesso tempo però mi rendo conto che oggi la scena musicale è davvero difficile. Da buon ingegnere cerco di applicare una logica, una serie di ingredienti che compongono una bella ricetta.
Hai praticamente suonato ovunque e sperimentato vari contesti, dal piccolo club al palcoscenico di importanti contest italiani, alle spiagge. Quali sono il tuo cocnerto migliore e l’atmosfera che fa di più al tuo caso?
Sicuramente una delle esperienze più belle e importanti per me è stato il concerto di Radio Italia a Milano a dicembre. Suonare sul palco dell’Auditorium è stata una grande soddisfazione. Rispetto all’atmosfera, amo suonare dove si può suonare ed essere ascoltati per davvero. Questo può avvenire in una dimensione più raccolta o in un club. Mi piacerebbe avere la possibilità di esibirmi su un grande palco, come quelli dei festival estivi. Ci stiamo provando!
Quando parliamo di talent siamo in un terreno di odi et amo : abbiamo fatto questa domanda a tanti artisti e le risposte sono sempre in equilibrio fra questi due sentimenti. Con te però voglio fare un passo oltre: ci parli di Officine Buone?
Sul discorso talent è difficile dare una risposta, trovo che siano trasmissioni televisive molto efficaci ed appassionanti, ma so allo stesso tempo che cosa voglia dire far parte di quel mondo. Partecipare ad un talent non è necessariamente sbagliato, ma occorre andarci con tanta coscienza rispetto alle aspettative.
Cosa ci dobbiamo aspettare da Riccardo Inge ora?
Usciranno sicuramente dei nuovi singoli! Mi piacerebbe rilasciare nuovi pezzi ogni 45/50 giorni per tutto l’anno… In attesa di poter produrre un vero e proprio album, che è il mio obiettivo finale.