Valerio Vacca, aka Reietto, classe ’91 nasce a Bitonto, in provincia di Bari, e già a 12 anni comincia a sperimentare con il rap. Per lui la musica è una valvola di sfogo, ma soprattutto uno strumento per scavare dentro di sé, per conoscersi e farsi conoscere da chi ascolta i suoi testi.
Nel 2017 Reietto vince il concorso regionale Nota D’Oro, per poi approdare a Casa Sanremo nel 2018. Fonda una band funk rap con la quale pubblica un EP, e apre i concerti di Franco126, Ensi e Piotta.
Il 2019 è l’anno della svolta, firma con l’etichetta milanese Top Records e prende vita il progetto SquadDrone, insieme al suo socio. Parallelamente Valerio decide di dar vita al suo progetto solista.
E noi ve lo presentiamo!
Già il tuo pseudonimo “Reietto” rimanda a un immaginario di emarginazione. Al giorno d’oggi la comunità LGBTQI+ porta avanti delle battaglie per far sì che tutti i loro membri non si sentano emarginati da una società che spinge verso un orientamento eteronormativo. Scrivendo questo brano hai pensato più alla tua storia personale o hai preso ispirazione anche da questo tipo di emarginazione?
Il punto di partenza dei miei progetti musicali è sicuramente personale: parlo del mio vissuto e del mio pensiero rispetto le cose che mi circondano. Poi credo che in tutte le epoche esistano determinate emarginazioni e quindi c’è bisogno di combattenti che portino avanti le proprie idee, affinché si possa vivere più tranquillamente.
Mi sento molto vicino alla comunità LGBTQI+, nella misura in cui per me tutto quell’immaginario non rappresenta l’eccezione, ma la regola.
Il contesto da cui provieni, l’immaginario pugliese, ha avuto un impatto forte nella tua crescita rispetto a queste tematiche?
Assolutamente no, nel senso che per fortuna ho sempre avuto la mia visione, fin da piccolo. Mi sono sempre posto delle domande sulla religione, sulla sessualità e sulla vita in generale e non mi sono mai fatto influenzare dal modo di pensare altrui, anche se questo voleva dire essere in disaccordo con la mentalità “comune”.
Sono andato sempre per la mia strada. Anzi mi sono sempre chiesto: perché non c’è gente che la pensa come me? Gente che vive la propria sessualità serenamente? Normalmente ognuno potrebbe poter fare quello che vuole. Senza paura di essere giudicato.
Sicuramente oggi le tematiche legate alla sfera dei tabù sul sesso sono molto in voga e si stanno evolvendo. Tantissimi personaggi della musica ne parlano nei loro testi. Perché hai scelto proprio Katy Perry come pop star da associare a queste tematiche? Il brano “I kissed a girl” c’entra qualcosa? E secondo te è ancora iconico, nonostante il tempo?
Sì, penso che quel brano sia sicuramente iconico.
Ciò che apprezzo maggiormente di Katy Perry e che ho voluto portare nel mio brano è la sua capacità di essere autoironica e sensuale al tempo stesso.
E in questi due aspetti mi identifico molto anche io. Per questo ho anche preso ispirazione dai suoi videoclip e ho cercato di creare la stessa atmosfera nel mio ultimo video.
Per quanto riguarda i tabù, credo che ogni generazione si porta dietro dei tabù che poi ritornano in voga in maniera ciclica, e bisogna avere la capacità di parlarne in maniera autoironica e accattivante, un po’ come ne parlava Katy Perry nei suoi singoli.
C’è qualche tuo collega nel mondo musicale che nei propri testi affronta queste stesse tematiche e ne apprezzi particolarmente qualcuno?
Sicuramente Madame. La prima donna a parlare così in maniera esplicita di sé, soprattutto essendo donna. E poi anche Achille Lauro, per il suo modo di vestirsi, il suo modo di essere, di andare controcorrente. Se prendiamo come esempio le serate di Sanremo, è evidente, credo, che abbia trasmesso un bel messaggio legato alla libertà di espressione.
In generale quali sono i temi a cui ti ispiri maggiormente, a cui ti senti particolarmente legato, nella produzione dei tuoi testi? Magari in anteprima vuoi svelarci qualcosa sui tuoi prossimi pezzi!
Parlando principalmente di me stesso, se dovessi sviscerarmi direi che sono una persona allegra e triste allo stesso tempo. Mi piace mostrare entrambi i lati di me, penso che sia la cosa migliore, sia in campo artistico ma anche nella vita in generale.
Data la tua giovane età e l’esperienza che ti porti già dietro, per concludere vorrei chiederti 3 consigli a ragazzi come te che voglio intraprendere una carriera da cantante\musicista.
Guarda il mio vissuto e io direi a me stesso:
- Segui sempre la tua testa.
- Non ascoltare gli altri. Sembra stupido, ma io non ho iniziato il mio progetto perché ascoltavo gli altri. Poi è arrivata la mia manager Claudia Riolo che mi ha convinto, quindi direi di ascoltare le persone giuste, la gente che vuole darvi dei le critiche costruttive e soprattutto di ascoltarle fino in fondo, senza mai sentirsi arrivati. Poi magari capire eventualmente cosa fare per fare sempre meglio.
- Fare le cose per bene e non lasciare niente al caso.
di Agnese Ialuna
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