Il 9 febbraio 2021 Oana ha debuttato con il suo primo EP, “I Fiori del Male”.
Oana, atipica e misteriosa cantautrice classe 1992, senza origine nè destinazione, è un’anima di una discoteca oscura e abbandonata.
Il disco segue i due singoli dal titolo Dentro e Fuori e Stai con me!, una raccolta di emozioni, di sensazioni che scuotono e muovono, che incantano e spaventano.
Le abbiamo fatto qualche domanda.
Quand’è stata la prima volta che hai sentito parlare de I Fiori Del Male?
Hmmm.. Penso una mattina sonnacchiosa sui banchi del liceo. Allora non ne fui nemmeno troppo colpita. Ci sono cose che non si capiscono e quindi non si apprezzano abbastanza da giovanissimi. Nel mio mondo ideale la scuola dovrebbe iniziare tipo a 12 anni e terminare a 24!
Con questo disco è per te la prima volta che ti metti davvero a nudo?
Decisamente sì! Non me l’aveva mai chiesto nessuno prima, apprezzo molto. Mi sono messa a nudo con delle riserve, ho conservato qualcosa per me. La paura di essere giudicati o di non essere capiti all’inizio è davvero tanta, almeno per me. La paura di essere feriti in quelle circostanze è ancora più grande. Quindi con un po’ di sicurezze in più e maggiori libertà, farò molto di più. Sinceramente sono curiosa anche io.
Quali sono le realtà musicali che ti hanno formato e che hanno portato a questo disco?
Ascolto tantissima musica di ogni genere, ma il giorno che ricordo come il più importante per me, il giorno in cui ho pensato: “ok in Italia succedono delle cose, ma questo non mi vieta di esprimermi a modo mio” è stato il 26.06.2018. Triennale di Milano, concerto di Moses Sumney, mio artista preferito. È stato veramente magico tutto.
C’è chi dice che questo disco è la colonna sonora perfetta per una discoteca abbandonata. Che te ne pare?
È un’immagine bellissima. Ho voluto farci un video live, ma costava ancora troppo per me. Però ci sto lavorando.
Leggiamo che lavori in bar. Come sta andando in questo periodo?
Domanda di riserva? A parte che non è un gran periodo per nessuno, ma poi voglio tenere i mondi separati appunto in virtù di “Una. Nessuna. Centomila.”