MORE è un progetto che esordisce durante il primo periodo della fase 2 con Vita d’Artista, un singolo rock dal retrogusto vintage, un genere che lui definisce noir pop.
Il brano di MORE è un inno all’ozio, un racconto di disillusione, fallimenti e passioni che si aggrappano al collo senza poterti più lasciare. Gli anni passano e qualcosa lo si impara. Se sai che il fuoco brucia non ci metterai la mano sopra, oppure sì, perché in fondo la vita è fatta per bruciare.
Chi si nasconde dietro il nome di MORE? E da dove arriva questo interesse evidente per l’arte figurativa? Si può conciliare il rock e la ritrattistica del Seicento? Come?
Non mi nascondo, sono MORE e sono la mia musica. E come hai ben notato l’arte figurativa ha un ruolo importante nella mia formazione culturale. Esattamente come una canzone, un dipinto evoca emozioni. Mettendo insieme le due arti hai la possibilità di calibrare ancor più precisamente il tuo messaggio, o al contrario renderlo più vago e universale.
La pittura del Seicento è una pittura di contrasti e di liberazione di tensioni esistenziali (se pensi a Caravaggio o a Rembrandt, appunto). Se può conciliarsi con il rock? Beh, l’ho appena fatto. Sarete voi a dirmelo.
Vita d’artista sembra in qualche modo essere un manifesto…
Mi fa piacere tu abbia avuto questa impressione. E sì, in qualche modo è un manifesto, quello di una generazione cresciuta col mito dell’arte come reale possibilità di realizzazione esistenziale. Peccato che poi, nella prassi, dell’arte al mondo frega poco, relegandola a hobby o valorizzando solo quella profittevole (prescindendo dalla qualità).
Come è nato questo progetto? E come intende proseguire?
Ho qualcosa da dire e mi sono reso conto che riesco a dirlo con le canzoni. La conseguenza è ovvia: o faccio musica o mi reprimo.
Ho scelto la prima e con l’aiuto di alcuni amici musicisti ho dato forma a MORE. Se lo vorremo proseguirà in questo modo – facendo musica –, molto naturalmente.
Ci sono altri progetti che per mood o genere si avvicinano a MORE?
In MORE si intrecciano varie anime musicali. Faccio fatica a farti dei nomi, perché quando scrivo non ho modelli di riferimento. Naturalmente le influenze si sentono e difficilmente potrei smentirle, ma sono inconsapevoli. Ciò che posso dirti è che amo sia il pop che l’oscurità e mi piace metterli insieme.
Per quale film Vita d’Artista è la colonna sonora perfetta? Perché?
Forse The Wrestler, se solo Mickey Rourke interpretasse la parte di un cantautore mezzo fallito. Il perché è il testo stesso della canzone.
È vero che in questo periodo storico c’è più musica che ascoltatori?
Più ascoltatori che musica non penso, però è innegabile che l’introduzione delle tecnologie digitali applicate alla musica abbia permesso a molte più persone di creare. Lo stesso vale per la scrittura in tutte le sue forme. Non è né un bene né un male fino quando sai distinguere la buona musica, che tutt’oggi in tutto il mondo viene creata. Per fortuna.
di Smoking Area