Dal 10 settembre è disponibile in rotazione radiofonica “Varenne”, brano estratto da “Zooloft” (Blackcandy Produzioni/Believe), nuovo album dei McKenzie già presente su tutte le piattaforme di streaming.
Un battito di mani per simboleggiare il trotto, una batteria percussiva per ricordare il galoppo e i violini di Nicola Manzan per simboleggiare la tensione di una vita travagliata com’è stata quella del campione Varenne – a cui deve il titolo questa canzone dei McKenzie -, com’è quella di tanti uomini e tante donne considerati già dei perdenti dalla nostra società occidentale.
Persone, individui, esseri umani che vagano da un “padrone” a un altro nella speranza di trovare l’occasione giusta, il riscatto da una vita dal sapore amaro che non hanno scelto.
Varenne fa parte di Zooloft, album di otto tracce pubblicato dai McKenzie ad agosto: abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con Renato, membro della band e parte della famiglia di CSImagazine da lungo tempo.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Come potete riassumerci ciò che è successo prima della pubblicazione di Zooloft? In che modo rappresenta per voi un punto di svolta?
Sono successe talmente tante cose, bellissime e bruttissime, da Falena a Zooloft che potremmo riassumerle citando una frase da un celebre film: “Cazzo che botta! Che botta, cazzo!”.
Ha rappresentato un punto di svolta nel momento in cui abbiamo immaginato questo disco prima ancora di metterci sugli strumenti per vedere cosa sarebbe successo.
Ci siamo sentiti più consapevoli delle nostre capacità e aspirazioni, sapevamo fin dall’inizio cosa avremmo voluto raccontare e in che modo, portando la composizione su un altro livello e gestendola nell’arco di un tempo stabilito in partenza, da settembre a novembre 2019, perché era quello il momento adatto per scrivere il successore di Falena.
Venivamo da un tour lungo e pieno di colpi di scena per un disco che fu scritto e registrato in un periodo di totale incoscienza, perché non sapevamo realmente cosa il futuro ci avrebbe riservato.
Suonare in contesti diversi, tastare con mano le reazioni di chi ci ascoltava o si approcciava a noi subito dopo il live, vivere determinate situazioni al di sopra delle nostre aspettative, tutte cose che insieme ci hanno fatto capire quanto fosse bello Falena anche per gli altri, ma allo stesso tempo cosa avremmo voluto dai futuri McKenzie.
La pandemia ha influito sulla vostra ispirazione?
Come dicevamo poco fa, abbiamo scritto il disco sul finire del 2019, quando il mondo era ancora allo scuro di tutto, quindi non ci ha toccato minimante in fase compositiva e per fortuna siamo riusciti anche a finire le registrazioni poco prima di marzo 2020, altrimenti forse Zooloft non avrebbe mai visto la luce.
C’è stato l’intero 2020 con questo disco nel cassetto che ascoltavamo incessantemente nella sua versione primordiale e senza sapere cosa sarebbe successo e in quale futuro, naturalmente.
La pandemia ci ha stimolato nel riaprire quel cassetto a fine 2020 e tirare fuori quell’oggetto informe da dover plasmare direttamente con le nostre mani.
Il progetto iniziale di missaggio con Lorenzo Buzzigoli al GRS di Firenze, dove avevamo registrato, è stato naturalmente accantonato in favore di una soluzione logisticamente più comoda (visti i tempi bui), con Carlo Scali nel suo studio della nostra città, con la nostra presenza e la supervisione di Lorenzo, il che ha dato un tocco ancora più magico e nella sfortuna siamo stati fortunati perché siamo più che soddisfatti della realizzazione.
Dobbiamo anche ringraziare tanto Dissonanze Studios ed Erica Cuda che ha curato le registrazioni delle voci e Tommy Bianchi del White Sound Mastering Labs per il lavoro di mastering.
Cosa potete raccontarci della vostra collaborazione con Giulio Ragno Favero?
Che è stata bella e inaspettata e per noi un momento di grande felicità. Giulio è uno dei protagonisti fondamentali della scena alternative italiana, come musicista e come tecnico, è stato importante incontrarlo durante il nostro cammino
Quali sono i vostri ascolti più recenti?
Un po’ di dischi a caso: Sometimes I Might Be Introvert di Little Simz, Magica Musica di Venerus, The Long and Short of It di Quickly, Quickly, Caveleon (progetto italiano molto interessante), gli amici Carcaño che hanno pubblicato da poco il nuovo disco… e poi se avete un paio d’ore a disposizione facciamo una lista completa!
Novità in arrivo?
Qualcuna sì, basterà seguire i nostri profili social per scoprirle di volta in volta.