Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Martiny, cantautore di Viareggio, sfacciatamente pop ma con un amore incredibile per le chitarre à la Hendrix.
Ha pubblicato da pochissimo un nuovo album dal titolo Post Relax per La Clinica Dischi. Da non perdere se siete degli incredibili romantici, ma anche con tendenze alcoliche e festaiole particolarmente accentuate.
Ciao e benvenuto. Hai voglia di dire qualche parola sul tuo progetto a chi sente parlare di Martiny per la prima volta?
Martiny è un ragazzo di 24 anni che senza troppe pretese ha deciso di scrivere un album mettendoci dentro tutto quello che aveva visto e sentito fino ad ora. Ho cercato di essere il più sincero possibile nella scrittura, credo nei grandi ritornelli, quelli da cantare a squarciagola con gli amici alle 3 la notte. Il resto deve ancora venire.
Parliamo del tuo background musicale. Quali sono state le tue influenze e quando hai deciso che era il caso di creare un progetto tutto tuo?
Arrivo da abbastanza lontano, o forse no, dipende dai punti di vista. Sono cresciuto ascoltando Hendrix, e tutta la Black Music della Motown per poi dirigermi verso l’indie con roba tipo gli Strokes e gli Arctic Monkeys, ovviamente tappa obbligata David Bowie. Tutto questo chiaramente fluisce dentro quello che faccio, fortunatamente tanti ascolti sono in comune con quello del mio produttore, quindi ci troviamo spesso d’accordo in fase di arrangiamento. Questo progetto è nato per metterci la faccia, perché sai, quando sei in un gruppo è tutto molto dispersivo secondo me.
In che modo tu personalmente senti di essere entrato nell’età del “post relax”?
Beh, mi pare che a 24 anni sia anche il caso di rimboccarsi le maniche e iniziare a capire da che parte andare in questo mondo un po’ caotico, no?
Ci parli del tuo processo creativo? Come nasce un pezzo di Martiny?
In realtà non c’è una regola scritta, a volte nasce prima la musica, a volte può essere solo una linea melodica o degli accordi messi lì e scritti su un foglio. Non mi piace essere troppo rigido su questa cosa perché penso faccia perdere un po’ quella magia, quell’emozione di quando scrivi qualcosa di getto.
Qual è il brano che ti ha dato più filo da torcere in fase di creazione?
Eh, bella domanda! Sicuramente Scarico a mille, ci abbiamo lavorato tantissimo, è un brano abbastanza complesso secondo me e lo abbiamo cestinato un sacco di volte. Però alla fine, in qualche modo, lo abbiamo portato a casa. C’è veramente di tutto dentro, perfino un assolo di chitarra.
Hai qualche live in programma prossimamente?
A parte qualche piccola apparizione in queste settimane, stiamo programmando le cose per gennaio 2020. Mancano meno di 2 mesi al tour e non l’ora di farvi sentire l’album per intero. Stiamo sistemando le ultime cose con i ragazzi che mi seguiranno in questa avventura, siamo carichi!
Qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?
Mi sto preparando al tour, ho ricominciato a scrivere, sono tornato in studio con qualche idea ma per ora niente di che, è ancora tutto molto etereo, vedremo!
Come possiamo continuare a seguirti?
Sui canali di streaming, Spotify e simili, su Instagram @martinysuona e Facebook. Oltre che sui canali della mia etichetta, La Clinica Dischi.
di Smoking Area