Da due giorni mi alzo dal letto con un motivetto in testa e ci metto un po’ a realizzare che poi effettivamente è una canzone che esiste e che mi piace pure parecchio.
La canzone è Paolo amico mio di Limone e sì, oltre ad averla in testa tutto il giorno dalla prima volta che l’ho ascoltata, mi capita di non lasciarla nemmeno la notte.
È una canzone profonda, ma per niente pesante, dolce, ma tutt’altro che mielosa, delicata, sognatrice, forte, leggera e per niente banale: una dedica per un amico speciale e un invito a non fare di tutta la vita un dramma, vivendola e dividendola con le persone che contano davvero.
Filippo Fatinato, in arte Limone, cantautore veneto al suo terzo disco, ne è l’autore. Il pezzo è uno dei più interessanti del suo nuovo album, Viceversa, uscito il 24 gennaio per Dischi Soviet Studio, dopo ben 5 anni di ‘pausa dai riflettori’ dedicati alla vita privata e alla famiglia.
Ricco di sonorità fresche, che riportano un po’ agli anni Ottanta e un po’ alla nuova ondata di elettronica indipendente internazionale, l’album è ricco di argomenti e riflessioni interessanti su amori, amicizie, introspezioni, passioni, relazioni e non manca neppure un’analisi ironica sui social e il loro utilizzo (Fessobook).
Ogni canzone è una piccola perla diversa dall’altra, allo stesso tempo singolare e universale. Ero curiosa di saperne di più e perciò ho chiesto a Limone alcune cose: qui sotto potete leggere cosa mi ha risposto.
Ciao Filippo! Per cominciare, nel 2013, in un pezzo bellissimo del tuo primo album, chiedevi ‘per te chi sono io?’. Ecco, a me piacerebbe che ti presentassi facendoci sapere chi è Limone per se stesso e per le persone che lo seguono, lo ascoltano e gli vogliono bene.
Chi sono io? è un brano a cui tengo particolarmente, il più intimo dei tre album. La ricerca è continuata e l’interrogativo rimane aperto. Se dovessi presentarmi direi che – in sintesi – Limone è un osservatore ironico della realtà.
Ascoltando i vari album, si nota tantissimo quanto Limone sia cresciuto e abbia voluto sperimentare, approfondire e cambiare in questi anni. In Viceversa, per esempio, c’è qualcosa che mi riporta al nuovo indie pop elettronico che sta spopolando in Germania e Francia. è solo una mia impressione o ti lasci ispirare dalla nuova musica internazionale?
Personalmente mi piace pescare prevalentemente dal mare dei cantautori italiani.
Ma c’è del vero in quello che dici: Maurizio Baggio, il produttore artistico dell’album, vive costantemente immerso nelle sonorità internazionali a cui fai riferimento. Dici che abbia copiato? 🙂
Beh, quindi quali artisti italiani ti hanno ispirato in questi anni di musica? Quali, soprattutto, quelli che si sono aggiunti negli ultimi anni?
Bella domanda. Se la musica fosse un giardino, Rino Gaetano sarebbe un ulivo. Tra gli altri sempreverdi metterei Battiato, De Gregori, Dalla, Bersani e Battisti. Tra i rovi decorativi metterei gli Afterhours.
Tra le piante infestanti, tendenzialmente e pur con qualche positiva eccezione, le uscite dei talent che soffocano un po’ la crescita naturale dell’erba. Negli ultimi anni un fiore su tutti: Antonio Dimartino. Il suo cantautorato raggiunge vette elevatissime.
Viceversa è uscito ben 5 anni dopo Secondo Limone, il tuo secondo album. Quanto e come ti è servito questo tempo di ‘pausa dai riflettori’ per fare della nuova musica?
Negli ultimi 5 anni mi sono sposato e ho avuto due bambini. I tempi del terzo album sono quelli della famiglia.
Avverto ‘l’infinita leggerezza’ che citi in ‘Paolo amico mio’ come un atteggiamento positivo, che vi ha aiutato ad essere amici fidati, diversi e lontani dal resto. Come se quello che vi unisce fossero i grandi desideri e i pochi mezzi: la vostra forza è il fatto di essere sognatori soli, ma insieme. è, però, capitato che questa leggerezza ti (e vi) abbia fatto in qualche modo soffrire, mettendovi di fronte ad una situazione, una realtà, che non avevate previsto e che poi vi ha fatto, in un modo o nell’altro, cambiare?
Io credo che la vita sia difficile. Credo lo sia per tutti. Però credo che la fatica sia anche bella. In Paolo amico mio, colloco queste convinzioni nella musica: questa vita sa di sale, abbiamo i desideri degli aerei e la velocità dei motorini, delle volte combattiamo per cazzate; armiamoci di leggerezza e fronteggiamo i karaoke.
Chiaro, no?
Ho letto che ‘Ti porterò a New York’ è una dolce promessa per una delle persone alle quali tieni di più. Che promessa invece vorresti fare oggi a te stesso?
Ti porterò a New York l’ho scritta per Attilio, il mio primo figlio. È la canzone con cui lo invito a mescolarsi come carte dentro al mondo con fiducia per l’avvenire. L’ho scritta poco dopo l’attentato al Bataclan di Parigi.
A me stesso ho fatto la promessa di non parlare mai di me in terza persona singolare.
Qual’è stata finora la cosa più emozionante che hai vissuto grazie al tuo lavoro? Tu sei commercialista, vero?
Spesso il lunedì mattina vado al lavoro pensando “Che bello! Ho un lavoro che mi piace, quello per cui ho studiato! Questa settimana ho un sacco di cose da fare e tra 5 minuti arriva venerdì”; poi il sabato mattina mi alzo e penso “Che bello, oggi non lavoro”.
La cosa più emozionante comunque è la lettura della finanziaria. Nasce donna e finisce uomo, o viceversa.
Cosa importante: la musica ci riesce a renderti ‘felice come Bersani quando smacchia il giaguaro’?
Si, la musica mi rende felice come quando ‘Ventura ci ha portato al mondiale’.
So che è iniziato il nuovo tour! Cos’altro dobbiamo aspettarci quest’anno da Limone?
Il terzo disco è uscito. Il tour è iniziato. Vivo il momento, specie quello successivo.
di Marika Falcone
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