Laurino è un giovane cantautore di Verona, dopo diverse esperienza nel settore musicale, decide di mettersi in gioco davvero con un brano sincero e diretto.
Volume è il flusso mentale di un ragazzo che, come tanti altri, si pone delle domande e cerca di darsi delle risposte. Laurino non ha risposte universali, le sue sono risposte umane, sono tentativi di ritrovare la bussola in tutta questa nebbia moderna di iper-connessioni che ci allontanano sempre di più.
Una nebbia che ci opprime e ci porta sempre più spesso a urlare, a vomitare tutta la nostra paura sugli altri. Ma se la soluzione fosse proprio lì?
“Se tutti alzassimo il volume del cuore, e abbassassimo per un attimo quello della voce… io non avrei paura!” in questa canzone Laurino tenta la cosa più difficile di tutte: spostare l’attenzione verso gli altri, abbassare la voce e, finalmente, ascoltare.
Partiamo dal principio, hai scelto come nome d’arte il tuo cognome. Se non fosse stato questo, come ti saresti chiamato?
Mi sarei chiamato Cesare Cremonini.
Da adolescente hai deciso di lasciare gli studi e dedicarti totalmente alla musica. Una scelta coraggiosa che però nel tempo ti ha ripagato. Potendo ritornare indietro, faresti le stesse cose senza cambiare nulla?
Forse cambierei una cosa, ma è molto personale. Per il resto rifarei tutto.
Nel 2018 sei stato tra i finalisti di Sanremo Giovani. Raccontaci quell’esperienza…
Credevo un po’ ingenuamente che sarebbero partite delle cose. Ma non è partito nulla. Sono molto più felice adesso perché mi sento più libero di esprimermi, Sanremo è un biglietto della lotteria, è un modo per trovarsi un posto come ingranaggio nella grande macchina. Ora come ora la macchina vorrei farmela un po’ da me.
Parliamo del tuo nuovo singolo “Volume”, in cui ti poni delle domande. Sei riuscito a darti le risposte che cercavi?
Sì e non sono bellissime. Diciamo che credo di aver compreso la superficie del meccanismo della paura. Ed è già tanta roba.
Qual è il momento della giornata in cui trovi maggiore ispirazione per i tuoi testi?
Non c’è un momento in particolare. Sarebbe figo dirti “di notte” perché fa molto “artista”. Ma non posso scrivere testi senza provare a musicare e a cantare le parti. Così però sveglierei la mia mamma. Cerco di scrivere in ogni momento della giornata comunque. Il cellulare è un grande alleato in questo.
Che rapporto hai con il pubblico quando suoni dal vivo?
Devo ancora suonare seriamente dal vivo (comincerò questo mese qui a Verona, poi mi sposterò a Bologna e Roma) ma il rapporto è quasi sempre bello. C’è uno scambio di energia, e questo deve essere secondo me.
Sappi che ci aspettiamo grandi cose da te! Prossimo singolo?
Beh vi ringrazio di cuore, spero di mantenere le aspettative. Del prossimo singolo vi posso dire (come di consueto) che sarà una bomba incredibile!