Uscito venerdì 2 dicembre 2022 per Disordine Dischi, il nuovo singolo di Kenai si intitola “Capodimonte“.
Si tratta del secondo singolo del cantautore urban Kenai, scritto in collaborazione con il produttore Paci Ciotola così come accaduto con il precedente, Calzini Bucati.
Il brano racconta la storia di una rottura dal punto di vista del ragazzo, il quale, nel giorno di Natale, ripercorre con la mente tutti i bei momenti vissuti durante la relazione.
L’atmosfera è intima e fredda a rappresentare solitudine e nostalgia che, in quel di Capodimonte, quartiere della città di Napoli, accompagnano la notte natalizia scandita da un forte temporale, simbolo della tempesta emotiva da cui il ragazzo si sente travolto.
Particolare risalto viene dato appunto alla pioggia, elemento chiave del brano; in particolar modo la ragazza viene paragonata al petricore, l’odore della pioggia, tanto flebile quanto speciale e fugace, contrapposto all’immagine del “diluvio universale” che si abbatte sulla collina napoletana. Nel brano è presente anche una citazione al brano Stella di mare di Lucio Dalla, eterno cantautore bolognese che ha ispirato Paci e Kenai durante la realizzazione del brano Capodimonte che rappresenta indubbiamente una tappa matura nel percorso del giovane napoletano.
Noi non potevamo lasciarcelo sfuggire.
Cosa significa essere un ragazzo del 2003 e voler sfondare nella musica, in un momento storico dove il mercato è ormai saturo?
Significa in primis crearsi un personaggio. Nel 2022 la gente predilige spesso e volentieri l’immagine dell’artista al prodotto che l’artista stesso offre, da qui si evince che un artista con un’immagine scadente e con dei pezzi fortissimi andrà molto peggio di un artista con un’immagine forte e dei pezzi mediocri.
Sono importantissimi i social: Instagram, TikTok… E soprattutto in questo periodo sto scoprendo quanto siano importanti i live, gli open mic, il confronto con altri artisti emergenti e tutto quel che ne consegue.
Per quanto riguarda il fatto che il mercato sia saturo, è importante trovare una propria dimensione diversa da tutti gli altri e farsi un proprio pubblico senza voler scopiazzare artisti già affermati, non porta da nessuna parte.
Riesci facilmente a goderti il momento dell’uscita, senza dover fare i conti con playlist e algoritmi vari?
Ottima domanda. Sono una persona che spesso “soffre” il giudizio altrui; per me entrare in una playlist editoriale di Spotify vuol dire essere piaciuto a qualcuno, non ne faccio né una questione di numeri né una questione di altro, sono soltanto contento che a qualcuno piaccia il mio lavoro.
Il momento dell’uscita però in un certo senso non me lo godo, la prima mezz’oretta è una corsa a postare tutto ciò che devo su Instagram e sugli altri social, partendo dai teaser “fuori ora” a tutte le foto promozionali, in più condivido il pezzo a tutti i miei amici più stretti e rispondo alle decine di messaggi che mi arrivano cercando di repostare anche tutte le storie.
Diciamo che il tempo per controllare che tutto sia andato liscio ce l’ho soltanto a partire dalla mattina successiva, però questa cosa mi piace, è molto emozionante.
Come descriveresti la scena pop napoletana? Qualche nome che dobbiamo assolutamente segnarci?
A Napoli ora come ora sta andando molto forte il rap e il freestyle, e la testimonianza la dà il fatto che ragazzi come Geolier e J-Lord stiano letteralmente conquistando la scena. Per quanto riguarda la scena indie-pop, non conosco molti nomi di emergenti e questa cosa mi dispiace, secondo me è un genere che nel contesto napoletano calzerebbe a pennello.
Va molto forte invece a Roma dove un nome tra tutti gli emergenti è quello di Chenopsia, segnatevelo. Per quanto riguarda la mia città conosco emergenti della scena pop, c’è Dìgame, per esempio, che ha già firmato un pezzo nell’album della Machete e diversi milioni di stream totali…
Poi un nome che sicuramente sarà protagonista della scena italiana tra qualche anno è Tripolare con cui ho avuto il piacere di chiacchierare recentemente. Una voce femminile invece è quella di Bianelle, che sicuramente regalerà belle cose con il suo stile melismatico R&B.
Quando c’è di un background rap e urban nella tua musica? Quanto invece di un bagaglio musicale più rock?
Di background rap c’è davvero poco, non ascolto molto il genere a parte i grandi della scena internazionale ed italiana. Il rock invece è già più presente con nomi del calibro dei Nirvana, Guns N’ Roses ma anche i R.E.M. ed i Keane.
Non so fino a che punto però queste influenze si sentano nei miei pezzi, la cosa certa è che un bagaglio musicale ampio è sinonimo di più idee, più creatività e più spazio per sperimentare, cosa che assolutamente ho intenzione di fare il prima possibile.
Cosa c’è in cantiere in casa Kenai?
Tante, tante cose. Ad oggi abbiamo già pronti parecchi pezzi, abbastanza da fare un EP; preferiamo però andare con calma e non farci prendere dall’euforia. Le decisioni ponderate sono anche le più giuste. Quasi sicuramente però nel primo mese del 2023 ci sarà un nuovo pezzo un po’ particolare, vestirò un abito che probabilmente non immaginereste mai indosso a me, però penso mi stia abbastanza bene. Altro non posso dire altrimenti qua si scatena una brutta situazione XD.
Grazie ai ragazzi di CSI Magazine per le domande! <3