Loro sono i Joe D. Palma che nonostante il nome rigorosamente singolare sono una band.
Da Padova, stanno per pubblicare un nuovo album in uscita quest’autunno per La Clinica Dischi.
Sono tornati con un nuovo singolo dal titolo VHS e ce lo raccontano come un brano autobiografico, intimo, non proprio lo-fi ma, questo ve lo diciamo noi, irresistibile.
Del vostro nuovo singolo VHS dite “sostanzialmente un ballo nostalgico che tratta il tema di un affetto perso”. Secondo voi perché è così facile identificarsi in questo tema? Forse tutte le fini delle relazioni sono uguali?
VHS è un pezzo che lavora per immagini, così nonostante sia centrale il tema dell’affetto perso, poi l’intenzione è che il testo rimanga interpretabile in diversi modi.
Non crediamo che tutte le fini delle relazioni siano uguali, ma probabilmente le sensazioni che ci accompagnano possono essere affini.
A tutti sarà capitato nella vita di perdere qualcuno per strada e tendenzialmente è una cosa che rimane dentro le persone, per questo magari è facile ritrovarsi in questo tipo di racconto nostalgico.
Ci raccontate di cosa parla VHS? É un brano autobiografico?
VHS è un brano sicuramente autobiografico, le immagini di cui parliamo rappresentano l’intimità del nostro passato e qualcosa del nostro presente.
Si parla del rapporto complicato tra due amici di vecchia data che si sono persi nella monotonia del proprio crescere, per questo la serie di oggetti che ci ricorda l’innocenza della nostra prima adolescenza, mentre ora preferiamo pedalare storti e senza fiato barcollando.
Come si sta a Padova? Esiste una scena padovana? Chi ne fa parte?
A Padova si sta alla grande. Abbiamo la fortuna che pur non essendo una metropoli è una città super universitaria, nota per la propria goliardia, e noi qua non ci lamentiamo di certo.
Per essere una città di provincia è musicalmente parlando molto attiva. La scena padovana è ben presente ed è molto interessante, da quando noi facciamo musica abbiamo avuto la fortuna di condividere il nostro percorso insieme ad amici che negli anni sono diventati fratelli.
Tra loro sicuramente Jesse The Faccio, Moplen, Aria su Marte, e i nostri fratellini di etichetta Venere.
Ma vi citiamo molto volentieri altri nomi che magari non fanno propriamente parte del nostro scenario, come Pietro Berselli, Winterdust, Ulisse Schiavo, Fractale.
Vi riuscite a identificare nel termine lo-fi (sia esteticamente che musicalmente)?
Domanda difficile. Lo-fi è un termine che negli ultimi mesi sta spopolando, poi è un concetto talmente vago e ampio che un po’ come l’indie rischia di voler dire tutto e niente.
Per noi lo-fi è sostanzialmente un mood che coinvolge più cose della propria attitudine musicale, sinceramente non crediamo che il tipo di scenario che stiamo cercando di costruire possa essere associato a quel modo di essere e fare musica.
Come sarà questo nuovo disco?
Una mina ovviamente. Scherzi a parte siamo veramente contenti del risultato che abbiamo ottenuto. È stato un percorso lungo ma stimolante, non vediamo l’ora di farvi sentire tutto.
È un disco molto istintivo, vero, molte delle cose che sentirete sono state pensate e registrate nel cuore della notte, per questo dobbiamo ringraziare il genio di Leonardo Lombardi, in arte Elle, che ha registrato prodotto e mixato tutti i pezzi.
Torneranno di moda le VHS?
Certo assolutamente, ma come portachiavi.
La domanda che non vi ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
State cercando un furgone per il tour?
di Smoking Area