Un nuovo capitolo per il progetto alternative rock di Matteo Scansani.
Fuori da venerdì 29 ottobre 2021 LFS, il nuovo singolo di International Washing Machines.
Benvenuti in un mondo fuori dagli schemi, dalle mode, dalle dinamiche delle playlist e delle condivisioni. Questo progetto, sfacciato e sincero, è la follia emotiva di chi non ha ancora smesso di sognare nella propria cameretta.
Questo brano di International Washing Machines è una dedica a chi non ce la fa più, a chi pensa di essere arrivato al limite, a chi sta male per colpe non loro: questo è LFS.
International Washing Machines racconta di tre ragazzi che decidono di farla finita, di mettere un punto alla propria esistenza, non sentendosi più in grado di sopportare il peso delle scelte e dei commenti altrui. Ogni ragazzo ha una storia e delle motivazioni diverse che li porta a fare tutti la stessa scelta. La parte finale è una protesta contro il giudizio, contro chi si sente nella posizione di poter puntare il dito, contro chi è la causa del malessere delle persone definite, erroneamente, più fragili.
La musica che fa da sfondo al tutto è un insieme di elettronica e alternative rock, con la chitarra in primo piano accompagnata da vari synth, da un basso definibile punk, e da una batteria studiata per dare il giusto movimento al pezzo.
La struttura non è classica ed è molto dinamica, con momenti in cui il tutto rallenta per poi ripartire più ritmato.
LFS di International Washing Machines rappresenta la lotta contro la superficialità del giudizio e contro l’arroganza di chi critica, di chi si sente superiore.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Per cosa sta la sigla LFS?
La sigla LFS sta per le iniziali dei nomi dei tre protagonisti presenti nel brano: Letizia, Francesca e Simone.
Hai influenze musicali anche che non abbiano a che fare con il rock? Quali?
Le influenze non rock che ho avuto in realtà sono tante, come anche quelle rock. Tra le principali ci sono molti cantautori italiani (Lolli, De Gregori, De André, Dalla, Guccini), molti artisti più pop che rock (Metronomy, Duran Duran) e tutta la parte del mondo psichedelico ed elettronico, che forse è la parte più presente tra tutte, come i Daft Punk, Iosonouncane, gli Einstürzende Neubauten, i Tangerine Dream e molti altri.
Come descriveresti la tua camera? È lì che nascono i tuoi brani? Riesci a scrivere ovunque?
La mia camera si può definire claustrofobica con tutte le cose che ci ho ficcato dentro. È stato un po’ come giocare a Tetris per metterci tutto. Però è il mio mondo ed è lì che i miei brani nascono nella loro interezza, mentre invece per scrivere sì, capita spesso che lo faccia in camera, ma capita molto anche che scriva in giro, soprattutto la parte testuale, figlia di stimoli esterni.
Quando hai sentito di non farcela più? E perché hai scelto di dedicare un brano “a tutti quelli che non ce la fanno più”?
Capita a tutti di sentire di non farcela più a un certo punto della vita, chi per un motivo chi per un altro. Ho deciso di dedicare un brano a chi non ce la fa più per farli sentire meno soli, per dar loro un appoggio, per far sentire che qualcuno pensa a loro. È un tema che troppe volte viene trascurato e preso sottogamba.
Cosa ti spinge a fare musica? Dove vuoi arrivare?
Quello che mi spinge a fare musica è un fabbisogno personale da insaziabile. È uno sfogo e un modo, forse l’unico, che ho per esprimere me stesso al cento per cento. In realtà il mio obiettivo è quello che di riuscire a viverci di musica. Speriamo bene 🙂
Sei una persona ambiziosa?
Bah, diciamo di sì. Sicuramente sono una persona testarda e questo è un mondo che chiede perseveranza, molta. Vedremo come andrà a finire il tutto, il futuro è sempre una grande incognita.