Nel 2016 nasce il progetto Hera, nome d’arte della performer Pamela Placitelli, e sin da subito si distingue per estro, camaleontismo, sperimentazione sonora e una decisa comunicazione testuale, oltre che visiva.
A partire dallo scorso 12 marzo è disponibile il secondo singolo di Hera, Il Duca Bianco, in attesa di un EP di prossima uscita, che la giovane cantautrice promette essere un’autentica fusione tra vintage e modernità.
Benvenuta su CSI Magazine! La nostra prima di curiosità riguarda il tuo nome d’arte: perché hai scelto di chiamarti Hera?
Grazie a voi per l’invito! Questo nome nasconde una storia un po’ particolare. L’ispirazione è arrivata in maniera del tutto naturale durante un viaggio in Inghilterra. Stavo vivendo una fase delicata della mia vita, una di quelle in cui senti la necessità impellente di intraprendere nuove strade; così tra l’odore di pioggia tipicamente inglese e un cielo grigiastro, ho scelto quello che sarebbe stato il mio nome d’arte.
Desideravo unire passione e spiritualità, due ingredienti fondamentali per la mia musica, ed ho pensato che la figura di una dea avrebbe incarnato perfettamente la fusione di queste qualità!
Chi è invece Pamela quando non veste i panni di Hera? Quali sono i tuoi interessi oltre alla musica, come ti piace passare le tue giornate?
Mi piace viaggiare, da sempre… Adoro camminare, passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia anche in pieno inverno e lasciare che l’acqua fredda mi accarezzi le caviglie. Cose semplici, ma per le quali pagherei tutto l’oro del mondo.
Mi sento figlia del mare… infatti è l’unica cosa che, oltre alla musica, riesce a darmi equilibrio anche quando sono nel pieno di una tempesta emotiva!
Qual è il tuo metodo per dare vita ad un nuovo brano? Preferisci improvvisare in qualche momento di ispirazione o sei invece per lo studio a tavolino?
In realtà non seguo una regola precisa, alcune volte assecondo l’ispirazione, altre invece parto da un riferimento musicale e, quindi, scelgo l’ambientazione sonora, il mood del brano, l’armonia e provo a “disegnare storie” con la mente.
Come è stata la collaborazione con Marco Canigiula nella creazione de “Il Duca Bianco”? Come pensi ti abbia arricchita?
Ho iniziato a collaborare con Marco lo scorso settembre e devo dire che c’è stato sin da subito un buon feeling musicale! Sono una persona che si affida molto alle proprie sensazioni e già dal primo incontro con lo staff di Cantieri Sonori ho percepito una buona energia. Mi piace il loro modo di lavorare e trovo sia in perfetta sinergia con il mio… visionario, creativo e stakanovista!
Possiamo chiederti qualche anticipazione sul tuo prossimo EP?
Certo, ma premetto che non svelerò moltissimo… mi piace l’effetto sorpresa! Posso anticiparvi che ogni traccia avrà un sound originale, qualcosa che possa esprimere al meglio la fusione tra anima “vintage” e linguaggio moderno!