Il 17 marzo è uscito su tutte le piattaforme digitali “Porno“, il nuovo singolo del progetto solista di Filippo Guidoboni, in arte, più semplicemente, Guidoboni.
Un nuovo capitolo per Guidoboni, che segue il precedente singolo Bella Figura, che continua a scavare, a partire da Roma, nella scena underground, grazie alla produzione di Alex Elena (nominato ai Grammy, Alice Smith, Lily Allen, Citizen Cope tra i tanti) e Mattia Mari (L’Avvocato dei Santi, Giuda, Belladonna).
Noi abbiamo voluto ascoltarlo e intervistarlo, parlando di amore e pornografia, futuro e persino di Ferrara. Ecco com’è andata.
Il tuo ultimo singolo si intitola “Porno”, e di fatto è una canzone d’amore. Porno e amore possono, infine, andare d’accordo?
Assolutamente! Il titolo Porno è stato scelto per rappresentare la passione e l’intensità sessuale che possono essere presenti in una relazione d’amore. La canzone parla di un momento specifico in cui questi sentimenti erano al loro apice.
Il titolo funge da simbolo di un momento intenso e passionale che fa rivivere i ricordi e le emozioni del passato, come una cartolina che cattura un’immagine indelebile.
L’uso del termine “porno” potrebbe sembrare un po’ provocatorio, fuori luogo a prima vista e generare perplessità e far pensare che ci sia un nesso tra pornografia e amore. Ma la canzone non promuove la sessualità in modo volgare. Al contrario, esplora la connessione tra l’amore e la passione, dimostrando che questi elementi possono coesistere in modo sano e naturale in una relazione.
Personalmente, ritengo che l’amore e la sessualità siano due aspetti strettamente legati e che possano coesistere in modo naturale e armonioso. L’atto sessuale è una forma di espressione dell’amore e della passione che può essere vissuta in modo sano e consapevole all’interno di una relazione.
Detto ciò, ritengo che la musica possa essere un mezzo per esplorare temi profondi e complessi, come l’amore e la sessualità, e che possa farlo in modo artistico e sensibile. Con il mio singolo “Porno”, ho cercato di rappresentare l’amore e la passione in modo sincero e autentico, senza mai cadere nella volgarità o nella banalità.
Cosa ti ha lasciato Ferrara e il fatto di essere lontani dalle grandi scene di Milano e Roma? Ti sei mai sentito escluso da certe dinamiche?
Crescere in una città come Ferrara, sebbene possa sembrare una sfida per un musicista che aspira a fare carriera, mi ha insegnato l’importanza della creatività e della determinazione. Come giustamente si può intuire, le opportunità musicali sono sempre state un po’ limitate, il che significava che dovevamo sempre spostarci in altre città anche più grandi come Bologna per poter fare qualcosa. Tuttavia, questo non mi ha mai scoraggiato, anzi, mi ha reso più creativo e mi ha spinto a cercare modi per far progredire la mia carriera musicale.
Essendo cresciuto in una città piccola è anche ovvio che città grandi e dalle grandi scene come Roma o Milano stuzzicavano la mia voglia di uscire e appartenere ad una comunità musicale più grande.
Per tanto tempo mi sono sentito escluso ma questo mi ha fatto capire che dovevo lavorare ancora di più per emergere e per farmi conoscere.
Quando si parla di carriera musicale, città come Milano, Roma e perfino Palermo offrono un’energia e una comunità musicale che non si può trovare facilmente altrove. Ho scelto di spostarmi a Verona perché, in quel momento, lavoravo molto sul Lago di Garda, ma ora sto pensando seriamente di trasferirmi in una di queste città.
Come cantautore, ho bisogno di essere circondato da persone che condividono la mia passione e che mi ispirano a migliorare costantemente. Ho iniziato a suonare come forma di sfida verso me stesso poi è diventata subito divertimento e posso ritenermi fortunato perché ho avuto sempre il supporto della famiglia, essenziale per superare le difficoltà.
In definitiva, essere lontani dalle grandi scene può essere una sfida per un musicista, ma può anche essere un’opportunità per sviluppare la propria creatività e determinazione. Tuttavia, alla fine, per raggiungere i propri obiettivi e realizzare il proprio potenziale, è importante essere dove si può trovare quell’energia e quella comunità che possono aiutare a far crescere la propria carriera musicale.
Hai voglia di raccontarci i primi momenti con Alex Elena e Mattia Mari? Cosa ha fatto in modo che tutto funzionasse a dovere?
Certo! I primi momenti con Alex Elena e Mattia Mari sono stati indimenticabili. Ricordo ancora la prima volta che li ho incontrati nello studio a Roma, erano due persone incredibilmente creative e professionali. Sin dall’inizio c’è stato un feeling immediato tra di noi, che ci ha permesso di lavorare insieme in modo fluido ed efficiente. Sto imparando tanto da loro.
Penso e confermo che ciò che ha fatto sì che tutto funzionasse a dovere sia stata la combinazione delle loro diverse esperienze e competenze musicali.
Il loro mix di conoscenza ed esperienza nel mondo della musica ha dato vita a una miscela esplosiva e originale, che ha reso i miei brani ancora più interessanti e accattivanti.
Ma la cosa più importante è stata la loro capacità di mettermi a mio agio in studio e di farmi sentire parte del processo creativo. Grazie a loro, ho potuto esprimere me stesso in modo autentico e ho potuto vedere i miei brani prendere vita sotto le loro mani esperte. Sono molto grato per questa collaborazione e non vedo l’ora di vedere cosa faremo insieme in futuro.
Come mai scrivi che avresti dovuto fare il postino?
È un’ottima domanda e mi fa piacere avere l’opportunità di spiegare per la prima volta la questione perché mi definisco un postino. In realtà, quando ho detto che avrei dovuto fare il postino, intendevo che il mio stile di scrittura musicale è simile a quello del postino che consegna lettere con notizie spesso amare o agrodolci.
Le mie canzoni spesso parlano di esperienze difficili o di momenti di crisi che ho vissuto personalmente o che ho osservato in altre persone. In questo senso, le mie canzoni sono come le lettere che il postino consegna, portando notizie che possono essere dolci o amare.
Tuttavia, come il postino, spero che le mie canzoni possano portare un po’ di consolazione e di speranza agli ascoltatori, anche quando affrontano momenti difficili. La musica ha il potere di farci sentire meno soli e di farci capire che ci sono altre persone che stanno passando attraverso le stesse difficoltà.
Gli ingredienti magici che hanno avviato il 2023, sinora, quali sono stati? E cosa pensi si aggiungerà più avanti?
Il 2023 è iniziato con grande energia per me come cantautore, con l’uscita dei miei primi singoli e l’annuncio di altri due in arrivo ad aprile e maggio, che completeranno il mio primo EP. Ma non solo: ho avuto l’opportunità di aprire alcuni concerti di artisti importanti nel primo trimestre dell’anno, come la band romana Il Muro del Canto a Roma al Monk e i Post Nebbia a Palermo a I Candelai.
Questi sono stati sicuramente gli ingredienti magici che hanno fatto partire il mio 2023 con il piede giusto. E penso che ci saranno molte altre opportunità e sorprese nel corso dell’anno, grazie anche per tutte le persone che ho conosciuto e sto conoscendo e grazie al team con cui sto lavorando da due anni ovvero i produttori e musicisti Alex Elena e Mattia Mari e Marco Troni della Flamingo Management.