Gabrièl, in arte “Ganoona”, è un giovane promettente cantautore italo-messicano dal sound eterogeneo che di recente è stato selezionato da Youtube Music come “Artists to watch – il suono del 2019”. Lo abbiamo intervistato per farvelo conoscere meglio e cogliere gli aspetti più essenziali e profondi del suo progetto e del suo essere artista.
Ti sfido a spiegarlo in poche righe: chi è Ganoona?
Un cantautore italo-messicano che canta quello che gli fa paura. Ganoona è il mio alter ego, la parte più coraggiosa di me, che uso per scrivere nelle canzoni quello che non riesco a dire nella vita reale.
Nel tuo ultimo singolo, “Cent’anni”, uscito alla fine del 2019, ci si relaziona con un tradimento ed una relazione tossica. La cornice musicale è piuttosto malinconica, ed il tutto è reso perfettamente nel suo videoclip, diretto da Lorenzo Chiesa. È una storia autobiografica?
Sì, il brano nasce da un’esperienza personale. Credo sia capitato a tutti di riporre fiducia e affetto in una persona che alla fine si rivela la famosa “serpe in seno”. Può essere un amico, come un socio o un amante.
Il pezzo è l’istantanea di un addio, dove due persone che si sono volute bene sanno che non si rivedranno più: sanno che è troppo tardi per rimarginare la ferita.
È stato estremamente liberatorio scriverlo. Per me scrivere un brano significa capire meglio quello che mi succede, guardare la mia vita da un’altra prospettiva.
Una delle cose più interessanti della tua musica è la commistione di generi che contiene in sé: si va dall’ urban-pop, passando per elementi black e fino all’ hip-hop. Un’importante componente però, è quella della musica latina ed il titolo del tuo ultimo brano fa riferimento a “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez. Che rapporto hai con la cultura latinoamericana e, dunque, con le tue origini?
Sono molto legato al Messico, il paese di mio padre e dove vive la maggioranza della mia famiglia, e in generale a tutto il LatinoAmerica.
Sono cresciuto ascoltando tanta musica latina tradizionale in casa, ho letto tanta letteratura latina. In particolare Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez è un romanzo appartenente al realismo magico. Ho sempre avuto un debole per questa corrente artistica, di cui fanno parte altri artisti che sono stati per me di grande influenza, come Frida Kahlo nella pittura, Isabel Allende, Kafka e il nostro Gianni Rodari nella letteratura.
Sicuramente sento una vicinanza stilistica al realismo magico, in quanto anche nella mia scrittura spesso il razionale si mischia con l’irrazionale in maniera fluida, e il lato mistico della vita acquista un ruolo centrale.
Inoltre, nel romanzo di Marquez la linea di confine tra vivi e morti è indefinita, creando una sensazione di spaesamento simile a quella che ho provato in quel rapporto di amicizia tossica che mi ha spinto a scrivere il brano. Come se quella persona appartenesse già a un altro mondo, come se fosse già “morta”, mentre io credevo di ridere e scherzare con qualcuno di “vivo”, reale e sincero nella mia vita.
Per concludere, mi piace pensare alla mia musica come a una “musica ponte”, che unisca tutte le mie influenze, dal soul, al rap, passando per la musica latina ed il cantautorato.
Nel 2018 esce un EP di collaborazione con Bianca, che vi vede cantare insieme quattro brani. Direi che oggi i duetti in album sono ancora cosa piuttosto curiosa e non molto frequente. Che esperienza è stata?
È stato tutto molto spontaneo. Ci siamo conosciuti frequentando una scuola di musica. Io venivo dal rap, facevo ancora fatica a sperimentare con la voce. Bianca veniva dal mondo delle cover e io l’ho aiutata a scrivere i primi pezzi.
È nata una sintonia in primis umana e poi musicale, i brani sono nati con molta naturalezza e volevamo condividere questo “sodalizio” con il mondo. È stato un bel periodo ma non so se lo rifarei, il mio approccio alla musica è abbastanza solitario.
L’emergenza sanitaria in corso ci sta conducendo ad un momento storico musicale molto difficile e gli eventi e la musica dal vivo ci mancano molto. Come stai vivendo questi giorni? Ti cimenti anche tu nelle dirette social per mantenere vivo il contatto col tuo pubblico o preferisci il silenzio, che può magari concretizzarsi nel comporre e conservare le energie per i live futuri?
Sto cercando di approfittare di questo momento per lavorare su me stesso. Non soffro l’ansia da sparizione dai social, e non voglio “ammorbare” i miei follower con 20 dirette al giorno.
Sto scrivendo tanto e sto lavorando alle prossime uscite. Detto ciò credo però che, se fatto con criterio e con qualità, anche l’esibizione virtuale possa essere interessante.
Mi sono esibito il 25 marzo in diretta Facebook per Indiependence Page Comunity, e il 30 per il format #ACASALIVE, ideato da quei pazzi di The Soundcheck e con la partnership di Tutti Giù Parterre e Le Rane.
Consiglio comunque di seguirmi su Instagram e Facebook per rimanere aggiornati su tutte le uscite e gli appuntamenti dal vivo.
Progetti musicali prossimi di Ganoona?
Armageddon permettendo, ad aprile uscirà il nuovo singolo che sarà seguito da un altro paio di uscite prima dell’estate; poi i singoli usciti in questi mesi saranno raccolti in un disco.
Sempre se tutto va bene, a maggio tornerò dal vivo sul palco e il primo appuntamento è al Mare Culturale Urbano di Milano il 14 maggio.