Arriva ad un certo punto nella vita una fase in cui passi dal ballare ad una festa techno, a stare a casa sul divano a guardare inesorabilmente i giorni passare, tra una pizza da asporto e una serie tv sul divano. I giorni sul tuo calendario passano e nessuno te li darà più indietro, ne sei consapevole ma resti ottimista, verranno di nuovo tempi migliori?
Questo è quello di cui parlano le Erbe Officinali nel nuovo singolo Calendario, un brano che sembra arrivare dagli anni ’80, il risultato è un’atmosfera pop-funk caratterizzata da batterie super aperte marchiate dal cosiddetto ‘gated reverb’ e da chitarre energicamente stoppate.
Le Erbe Officinali sono una band emergente del nuovo panorama indie pop italiano. Il progetto prende vita grazie alle idee di Daniel Riggione e Riccardo Fabris, la loro musica è figlia dell’incontro tra il cantautorato italiano e la sperimentazione più indipendente e moderna. Ecco cosa ci hanno raccontato…
Qual è il vostro rimedio al tempo che passa?
Il tempo per me rappresenta qualcosa a cui bisogna sforzarsi di non fare caso, altrimenti causa di preoccupazioni e ansie spesso inutili. Non mi entusiasma perdermi nei ricordi del passato e neanche in progetti per il futuro, l’intensità di emozioni e problematiche che causa il presente per me sono più che sufficienti. Quando inizi a pensarci poi, ecco che vengono fuori brani come Calendario. Quindi direi che il rimedio è non pensarci, e se proprio devi pensarci esorcizzarlo in qualche forma d’arte.
E infatti ne parlate nel vostro nuovo singolo “Calendario”, un brano che ha qualcosa di estremamente retrò. Vi sentite un po’ figli degli anni ’80?
Sinceramente no. Tutti noi siamo in realtà figli degli anni ’90 e ci sentiamo molto immersi nell’epoca che viviamo. Tra presente, passato e futuro, il tempo che ci interessa di più vivere è sicuramente il presente. Quando scriviamo canzoni però succede qualcosa di magico e a volte può capitare che una canzone ti “teletrasporti” da un’altra parte. Con Calendario forse è successo così.
Il 2020 per le Erbe Officinali è iniziato con l’entrata in Matilde Dischi, la vostra nuova etichetta. Che consiglio vi sentite di dare ad artisti emergenti che come voi sognano di fare musica nella vita?
Non abbiamo grandi consigli da dare in realtà, non siamo mai stati bravi in questo. E soprattutto perché anche noi siamo ancora definibili come artisti emergenti. L’unica cosa che mi sento di consigliare a chi vuole provare ad intraprendere un percorso simile al nostro è quello di non avere fretta, non avere la smania di pubblicare qualcosa se non si hanno le opportunità giuste, altrimenti si rischia di “bruciare” troppo in fretta. E soprattutto, cosa più importante, non smettere mai di credere in quello che si fa, se è quello che si vuole fare realmente. Lavorare duro e crederci fino in fondo, ecco.
Chi di voi scrive i testi delle canzoni e come nasce di solito un brano delle Erbe Officinali?
Un nostro brano nasce sempre dalla fotografia di un momento, da un’ispirazione che ci arriva e di corsa bisogna fissarla su un foglio di carta. I testi delle canzoni vengono scritti da me e da Daniel, più o meno al 50%. Di solito succede che, io o lui, scriviamo o una strofa o un ritornello e da lì, se piace ad entrambi si continua a lavorare, integrando o aggiungendo cose a vicenda. È sempre un lavoro di squadra. Dopo questa prima fase quando il brano è finito da punto di vista del testo e della melodia, viene fatto ascoltare al resto della band, in particolare a Tiziano, il nostro tastierista con il quale curiamo una sorta di primo arrangiamento. Infine con tutti gli altri si va in studio e si lavora alla fase finale.
Prima di essere una band, siete amici che condividono passioni ed ideali. Qual è il valore che più di tutti vi accomuna?
Sì, certo, siamo prima di tutto amici. La band si può dire che è nata in concomitanza proprio dell’amicizia tra me e Riccardo, che un po’ per gioco, un po’ per dar sfogo al nostro lato “artistico”, abbiamo deciso di unire le forze ed iniziare a scrivere delle canzoni. Inizialmente eravamo solo noi due, poi si sono aggiunti altri membri ai quali siamo ugualmente legati da un bel rapporto di amicizia. Approfitto anzi per salutare Tiziano, Alessandro ed Emanuele. Sarà banale ma il valore che ci accomuna maggiormente è la passione per la musica. Al di là di questo ognuno ha sue peculiarità e priorità diverse, come è giusto che sia.
Salutiamoci con un messaggio di positività…
Un grande saluto a tutti gli amici che leggeranno quest’intervista. Teniamo duro e facciamo bagaglio di tutto ciò di cui stiamo sentendo la mancanza in questo periodo, per poi valorizzarlo al massimo e godercelo al meglio quando tutto sarà finito.