Viscerale, oscuro, carnale: sono questi i primi aggettivi che vengono in mente ascoltando “Stomachion”, singolo di debutto della cantautrice bresciana Cranìa pubblicato lo scorso 30 ottobre per Mirò BR Production (distribuzione Believe).
Con questo pezzo pervaso di sonorità elettroniche ed elementi dark, Cranìa ci accompagna in un viaggio interiore alla scoperta di sé stessa. Ne abbiamo parlato con lei per scoprire saperne di più.
Ciao Cranìa. Come prima cosa, hai voglia di raccontare chi è Cranìa a chi sente parlare di te per la prima volta? E che cosa significa Cranìa?
Ciao CSI Magazine! Cranìa è una cantautrice, nata e cresciuta in Valcamonica, che ha avuto la necessità di abbandonare le montagne per formarsi ed intraprendere un percorso musicale, prima all’università di Musicologia a Cremona e poi a Milano.
Il mio nome d’arte è un modo di ironizzare sull’emicrania, di cui soffro da bambina.
Parlando di “Stomachion”, tuo singolo di debutto, hai affermato “ho girato per anni prima di ritrovarmi in una dimensione così simile a chi voglio essere“. La domanda sorge spontanea: chi vorresti essere?
Voglio essere ciò che sono. Circa tre anni fa ho cominciato a scrivere con serietà, ma soltanto adesso mi sento pronta per presentarmi al mondo musicale, sia come persona che come artista.
Che rapporto hai con la tua manager? Ci hai raccontato che è stata proprio lei a catapultarti nel corso di scrittura durante i tuoi studi alla Mirò Music School. Ci racconti qualcosa di più?
Quello con Rosa Bulfaro, la mia manager, è stato un incontro fortunato perché all’interno della sua casa di formazione ha preso vita il mio progetto artistico.
Dico fortunato in quanto sono venuta a conoscenza della Mirò un po’ per caso, in Toscana, durante una cena con amici.
Il nostro rapporto è fatto di confronto e stima reciproca, ma non mancano i momenti accesi (ride).
Se dovessi incasellare “Stomachion” in un genere, quale sceglieresti?
Stomachion è un qualcosa di alternativo, un mix di sonorità ambient, indie pop ed elettroniche, dando importanza alle parole.
Il testo di “Stomachion” (come anche l’intero brano del resto) ha un tono meravigliosamente oscuro, quasi perturbante. Hai voglia di parlarcene? Cosa vuoi comunicare con questo brano? E a chi ti rivolgi quando parli in seconda persona, ad esempio quando dici “quello che sono non sempre mi piace, aiutami a trovare pace”?
Partendo dall’immagine del corpo, il singolo vuole evocare un viaggio interiore. L’unico interlocutore sono io, che vado alla ricerca di tutte le tessere che compongono il mio puzzle – da qui il titolo.
Che cosa ascolti nella vita di tutti i giorni, quando non sei impegnata nella creazione di nuovi pezzi?
Ry X e i London Grammar non possono mancare nella mia playlist. Ascolto comunque con curiosità qualsiasi brano italiano.
Qual è il featuring dei tuoi sogni? C’è un artista con cui vorresti poter collaborare?
Non ho una preferenza a riguardo. Mi piacerebbe entrare in contatto con chiunque apprezzi la mia scrittura e possa stimolarmi a fare sempre meglio.
Qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?
Stomachion è il primo di tanti figli che avranno presto luce. Quindi, antenne alzate!
https://www.youtube.com/watch?v=WZCM9qtAQwc